Sospesa per qualche giorno la caccia a sedici specie: il Tar ha accolto il ricorso sul calendario venatorio della Campania.
La giunta regionale ha «disatteso immotivatamente» il suggerimento dell’Ispra di posticipare l’apertura della caccia ad alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, colombaccio, fagiano, folaga, fischione, frullino, gallinella d’acqua, germano reale, marzaiola, merlo, mestolone, porciglione e quaglia, a questo punto vietata nei giorni che restano da qui a domenica prossima, il 1° ottobre: col decreto 1602/2023 firmato da Anna Pappalardo, presidente della terza sezione, il Tar ha infatti accolto il ricorso di Enpa, Lipu, Wwf e Lndc contro il calendario venatorio della Campania, già decapitato della preapertura.
E non è l’unica decisione: per consentire la caccia alla tortora, che il Tar aveva già deciso di sospendere, la giunta regionale dovrà infatti anticiparne la chiusura; visto che «non risulta istituito alcun sistema di blocco al raggiungimento del limite di 2.000 [prelievi] nell’intera stagione venatoria», mantenerla al 15 ottobre è troppo rischioso.
Nella camera di consiglio del 10 ottobre il Tar si pronuncerà sulla cartografia delle zone boscate colpite da incendi negli ultimi dieci anni e soprattutto sulla data di chiusura della caccia a cesena, tordo bottaccio e tordo sassello, a rischio anticipo dal 20 al 10 gennaio.
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