La procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea contro la normativa italiana sulla caccia è ancora ferma alla lettera di messa in mora.
Si prospettano tempi lunghi, e non è detto che sia un male: il dipartimento per le Politiche europee segnala che la procedura d’infrazione avviata dalla Commissione europea contro l’Italia per la non conformità tra la legge nazionale sulla caccia, la 157/92, e il binomio direttiva Uccelli-regolamento Reach sulle munizioni in piombo è ancora ferma alla lettera di messa in mora, il primo passaggio.
L’opinione pubblica è tornata a discuterne in queste ore dopo l’ultima riunione del Consiglio dei ministri, che su proposta di Giorgia Meloni e di Raffaele Fitto, prossimo alla nomina a commissario europeo, ha approvato un decreto legge che «consentirà di agevolare la chiusura di sedici casi d’infrazione e di un caso Eu-Pilot»; tra questi (il più noto è quello sulle concessioni balneari) però non c’è quello relativo alla caccia, argomento sul quale siamo fermi alle dichiarazioni rilasciate da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, a inizio primavera.
È bene ricordare che in caso di inadempimento la Commissione può ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione europea, e che al massimo può vedersi riconosciuto il pagamento di una sanzione pecuniaria; in nessun caso però può intervenire sulla normativa nazionale.
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