Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia chiedono alle istituzioni di continuare a consentire la caccia nel Parco di San Rossore.
Come già la Federcaccia, anche la cabina di regia delle associazioni venatorie toscane (ne fanno parte Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia) chiederà ufficialmente che si possa continuare ad andare a caccia in alcune zone del Parco di San Rossore; arriverà a breve una richiesta d’incontro con Monia Monni e Lorenzo Bani, rispettivamente assessore regionale all’Ambiente e presidente del Parco.
Le quattro associazioni venatorie intendono infatti esprimere la propria contrarietà all’inserimento di eventuali divieti e restrizioni nel nuovo piano integrato, al momento in lavorazione; si dicono infatti sicure che la caccia, «che si svolge nelle aree cosiddette esterne o contigue, riservata ai residenti e fortemente regolamentata, non possa in alcun modo danneggiare gli equilibri dell’area protetta o minacciarla». I cacciatori possono infatti «svolgere un ruolo importante nella conservazione dell’ambiente»; il mantenimento delle attività tradizionali è «perfettamente compatibile con la tutela della biodiversità».
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