L’Arcicaccia commenta la sentenza del tribunale di Brindisi, che ha assolto due cacciatori sorpresi a caccia in un’area protetta in assenza di tabellazione.
In assenza di tabellazione, il divieto di caccia «si presume ignoto»: per ottenere una condanna, la procura deve dimostrare che nonostante la mancanza di indicazioni il cacciatore era comunque consapevole del fatto di trovarsi in un’area protetta.
È rivoluzionaria la sentenza emessa del tribunale di Brindisi, le motivazioni della quale l’Arcicaccia ha diffuso e commentato nelle scorse ore: i giudici hanno assolto i due imputati, per ciascuno dei quali il pubblico ministero aveva chiesto quattro mesi di reclusione e mille euro di ammenda.
A difendere i due cacciatori è intervenuto l’avvocato Giuseppe De Bartolomeo, che all’Arcicaccia ha rilasciato un breve commento: la sentenza, ha detto, costituisce «un importante spunto giurisprudenziale, e pone definitivamente un freno alle contestazioni illegittime in aree prive di tabellazione […], nella maggior parte dei casi di competenza di enti pubblici».
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