Le associazioni venatorie, sportive e di produttori pianificano una strategia comune contro il possibile bando alle munizioni in piombo in Europa.
Al momento, per ragioni balistiche, economiche e di sicurezza, non ci sono alternative su larga scala alle munizioni in piombo. Lo affermano con nettezza più di 100 associazioni venatorie, sportive e di produttori, tra cui l’italiana Anpam, riunite a Bruxelles. Il convegno “Un approccio settoriale al divieto di piombo in Europa”, organizzato da World Forum on Shooting Activities, ha rappresentato l’occasione per mettere a punto un’azione coordinata e una strategia comune a livello europeo. Resistenza a oltranza contro il possibile divieto, di fatto.
Stefano Fiocchi, presidente Anpam, mette in guardia dai possibili rischi per l’economia. L’eventuale divieto di munizioni in piombo «comporterebbe perdite nell’ordine di 1,6 miliardi di euro l’anno nel settore, per un totale allargato di circa 3 miliardi di euro». A livello europeo il fatturato si ridurrebbe del 37%, 6,7 miliardi nel settore che salgono a quasi 15 considerando anche l’indotto. A rischio inoltre 20.000 posti di lavoro in Italia e 145.000 in Europa.