Sul campo di tiro il Beretta SL3 si era dimostrato ben bilanciato ed efficace nel calibro 12 e nel calibro 20 la musica non cambia: senza dubbio abbiamo tra le mani un fucile da caccia di lusso, che a caccia “deve” essere portato, con ogni clima, senza eccezioni o pregiudizi
Beretta SL3 rappresenta la porta di ingresso per entrare nel mondo dei fucili di lusso della Casa gardonese. Il modello in prova è uno dei quattro disponibili, che differiscono per il tipo di incisione. Possiamo quindi scegliere la versione adornata da un ornato profondo, quella con un’incisione più classica con riccioli di inglesina, quella con scene di caccia e infine quella tirata completamente a specchio, ghiacciata, che necessita di almeno 80 ore supplementari di tiratura manuale. Quest’ultima dal punto di vista estetico è molto bella, ma genera (o può generare) alcuni riflessi durante l’attività venatoria.
Malgrado il prezzo di acquisto non sia da modello entry-level, l’incisione viene eseguita completamente a laser e Beretta non fa mistero di questo. Anzi, rivendica con orgoglio il dettaglio e la profondità dei vari tratti incisori, eseguiti grazie a macchinari laser di ultimissima generazione, capaci di lavorare sui cinque assi, raggiungendo un livello di dettaglio e di accuratezza incisoria anche e soprattutto nelle superfici curve, che da sempre sono il tallone di Achille delle incisioni a laser. Forse qualche purista storcerà comunque il naso e non mi sento di biasimarlo. Chi apprezza la bellezza di un’incisione manuale sa benissimo che, per realizzare però un ornato quale quello che adorna il fucile in prova, è necessario prevedere una montagna di ore di lavoro, con il risultato che il prezzo del fucile schizzerebbe ulteriormente verso l’alto.
Un’estetica raffinata
L’incisione (ho avuto modo di vedere anche gli altri modelli) è davvero dettagliata e ben fatta. A volere essere pignoli appare sin troppo perfetta e un tocco qua e là di un maestro incisore avrebbe potuto aggiungere quei punti di chiaro scuro che forniscono profondità e muovono l’incisione stessa. Ma si sarebbe svilito il concetto di nuova incisione a laser sviluppato dall’azienda. Va anche aggiunto che suddetta incisione non trova simili nel moderno panorama armiero ed è lontana anni luce dalla classica incisione a laser come la ricordiamo e come potrebbe (erroneamente) essere ritenuta tale da chi legge. Non c’è quindi la firma del maestro incisore accanto al ponticello, bensì la scritta “nuovo cesello” a indicare la realizzazione.
Le incisioni coprono tutte le superfici metalliche e assicurano un’estetica raffinata, raggiunta grazie anche a un’incassatura perfetta. Dal momento che l’occhio corre velocemente sino alla fine delle cartelle laterali, un’irregolarità di accoppiamento sarebbe risultata evidente in modo molto rapido. Non è così e il metallo prosegue idealmente nel legno e vice versa.
Il petto di bascula presenta analoga strutturazione, con l’eccezione di un cartiglio sul quale è riportato il nome del modello, SL3. I rinforzi laterali sono appena pronunciati, quasi idealmente delineati da due sottili rigonfiamenti sui lati di bascula, ma l’elemento distintivo della serie Beretta SL3 lo notiamo proprio nel tratto superiore di questo contorno, nella porzione metallica che separa le conchiglie dalla bascula. Una specie di S allungata e tirata lucidissima a specchio, che interrompe l’ornato e oltre a risultare iconica per la serie, è veramente una felice intuizione stilistica. Sembra un tratto pittorico, pennellato ad arte, che riesce a dare movimento senza spezzare il tipo di incisione scelta.
I perni cerniera, leggermente bombati, sono anch’essi incisi. Tutta la finitura dell’arma è argento vecchio, una soluzione sempre gradita.
Le scritte identificative dell’arma e dell’azienda (Beretta SL3) le troviamo in alto, vicino alle due spalline trapezoidali di chiusura. Sono riportate con caratteri corsivi, piccoli e non appariscenti, a tal punto che a una prima occhiata non si notano. Quando si dice la forza di un marchio.
La minuteria
Passando alla minuteria, il ponticello si manifesta come un bell’ovale, anche se spessore e larghezza sono forse un pelo sovra dimensionati (più in larghezza che in lunghezza) per le forme più gentili del calibro 20 rispetto a quelle del calibro 12. È realizzato bene e lo spazio al suo interno decisamente ampio, un’ulteriore conferma del fatto che il Beretta SL3 in calibro 20 è un fucile da caccia e a caccia deve essere portato. Con ogni clima, senza eccezioni o pregiudizi. La faccia ventrale del ponticello è incisa, mentre il resto è lasciato liscio.
Il monogrilletto selettivo non è regolabile in lunghezza, secondo prassi consueta nei fucili da caccia, ma la sua pala è correttamente dimensionata e inclinata.
Da prendere ad esempio la realizzazione del comando della sicura e del selettore di canna. Malgrado lo spazio sulla codetta di bascula sia esiguo, in seguito al ridimensionamento delle quote metalliche in virtù del calibro cadetto, Beretta ha saputo posizionare un comando di minute dimensioni e perfettamente manovrabile. Una comoda zigrinatura permette di inserire o di togliere il comando della sicura, mentre una godronatura trasversale a essa permette di inserire il selettore di canna. Manca soltanto (come sul calibro 12) un punto di colore sul pallino rosso che indica quale sarà la canna che spara per prima. Ci sono su praticamente tutti i sovrapposti Beretta e li gradiremmo anche qui.
Molto bella anche la chiave di apertura, visto che è incisa nella testa e nel corpo, mentre sulla palmetta è liscia; una leggera inclinazione della stessa favorisce l’azionamento del basculante e non si sente il bisogno di una zigrinatura che avrebbe appesantito la linea. Corretto lo sforzo necessario per aprire il fucile dopo aver azionato la chiave. Il numero di matricola compare sotto la stessa, quando la si sposta verso destra.
La calciatura
Per quanto riguarda la calciatura vi è ben poco da dire, se non ammirare l’essenza in dotazione all’arma. Il Beretta SL3 possiede un legno di noce super selezionato di grado 4 secondo l’attribuzione di Beretta, finito a olio, con belle venature che lo solcano. Attenzione.
Rispetto al calibro 12 notiamo una differenza. Il fucile è dotato di una zigrinatura, eseguita manualmente presso il Custom Shop a passo fine (1 mm), dal disegno piuttosto classico con una quadrettatura che non arreca fastidio al palmo della mano. Quale differenza? Forza che è facile. Sul calibro 12 non c’era lo zigrino che qui invece compare. Giusto o sbagliato che sia, l’impugnatura e l’astina sprovvisti di zigrino a me piacevano un sacco e arrecavano una nota distintiva. In ogni caso, se anche a voi piaceva il Beretta SL3 senza zigrino, no problem. È sufficiente segnalarlo al momento dell’ordine, in modo tale da non farlo eseguire.
L’impugnatura non è una pistola vera e propria, quanto piuttosto un Woodward in grado di coniugare la necessità e l’esigenza di poter disporre di una presa salda, salvaguardando la snellezza delle linee.
L’astina è slanciata e rastremata nella porzione anteriore, tipicamente da caccia; purtroppo non è stato modificato l’unico difetto che avevo riscontrato sul calibro maggiore, vale a dire la finitura dello sgancio ad auget. Quest’ultimo è un bel comando, con una leva non lunghissima ma incisa e lo spazio per il dito che lo aziona è adeguato. Manca, e non si capisce il perché, una finitura più accurata della zona, anzi a voler essere preciso, il comando sembra un poco affogato in profondità.
Il Beretta SL3 non dispone di un calciolo, in quanto la zigrinatura è eseguita direttamente sul legno, in modo ovviamente più grossolano rispetto a quanto visto sull’impugnatura e sull’astina, ma efficace nel garantire un appoggio saldo del calciolo sulla spalla.
La meccanica
Dire sovrapposto Beretta e dire spalline trapezoidali equivale a un assioma. Oltre alle spalline che presentano un andamento curvilineo per ottenere una maggiore superficie di contatto, vi sono anche i profili originantesi dal fondo di bascula e che si impegnano nei rispettivi recessi del monobloc, finito a bastoncino.
La chiusura del Beretta SL3 assomiglia in tutto e per tutto a quella dell’SO10, fucile top di gamma Beretta. Una sorta di chiusura Boss modificata (anche se non si può propriamente parlare di chiusura Boss, almeno per chi conosce come è strutturata questa chiusura anglosassone così famosa) che ha ben tre punti che lavorano. La bascula a forma di culla permette delle forme molto sottili e sul fondo possiamo notare gli altrettanto classici due puntoni cilindrici che, all’apertura del basculante e sotto l’azione della croce, determinano il caricamento dei cani. Queste modifiche hanno consentito di slanciare ulteriormente la silhouette del Beretta SL3, a tutto vantaggio della linea.
Dal punto di vista meccanico, l’SL3 è un box-lock con le molle dei cani a lamina, altro particolare di qualità proprio dei fucili da tiro; l’espulsione è automatica, ma con estrattori di nuovo design e concezione. Adesso gli estrattori sono facili da smontare per un’eventuale manutenzione e pulizia.
Le canne
Le canne, ottenute da acciaio trilegato trattato con tecnologia Steelium (foratura profonda, martellatura a freddo e distensione sotto vuoto), sono di elevato livello qualitativo, dal momento che sono le Optima Bore HP, abbinate agli strozzatori Optima Choke HP (in numero di cinque). Ho provato la versione con canne di 28”, vale a dire da 76 cm di lunghezza. Se vengono confermate le lunghezze di canna del calibro 12, l’SL3 sarà disponibile anche con canne di 67, 71 o 81 cm di lunghezza. Nel calibro 12 è disponibile anche una versione con strozzature fisse, nel calibro 20… vedremo! Il peso delle canne da 76 cm è di 1,180 kg, sono cromate internamente e bancate Steel Shot.
I bindellini laterali sono pieni, mentre la bindella superiore è ventilata e rabescata antiriflesso e termina con un mirino sferico in alpacca.
Il peso complessivo dell’arma non è stato comunicato e non avevo la bilancia sul campo di tiro; tuttavia dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,9-3 kg a occhio e croce. Un valore che consente un’eccellente stabilità al tiro e un porto senza troppa fatica.
La prova pratica
L’occasione rende l’uomo ladro, recita un proverbio e l’occasione si è verificata presso il campo di tiro di San Fruttuoso di Castel Goffredo (Mn), in compagnia di Luisa Achino, Ricardo Olivieri, Aldo Lovazzani e Carlo Tolentini di Beretta. I protagonisti della prova sono stati numerosi modelli Beretta, messi in pedana del Percorso di Caccia e testati a fondo. Le cartucce utilizzate sono state delle Fiocchi F20 da 28 grammi di piombo numero 7 e ½.
Negli ultimi anni ho testato diversi fucili e ho preso l’abitudine di sparare numerose cartucce, cosa che rende molti test più semplici, se vogliamo. Il Beretta SL3 si era dimostrato ben bilanciato ed efficace nel calibro 12 e nel calibro 20 la musica non cambia. Grazie alle canne lunghe i piattelli si seguivano bene e velocemente, mentre la fucilata di seconda canna era resa rapida dallo scarso impennamento e dalla stabilità dell’arma. Almeno per il percorso che ho ingaggiato, non mi è sembrato di vedere alcuna differenza di potenzialità venatorie tra i due calibri. Piacevole il movimento di chiusura dell’arma, in cui si percepiscono le forze in gioco e la sicurezza data dal movimento.
Tiriamo le somme
Il prezzo è 19.999 euro. Se volete la versione con bascula tirata a specchio, servono altri 4.500 euro. Nella dotazione è compresa una valigetta dedicata, realizzata interamente a mano nel nuovo Custom Gun Case Atelier. La valigetta, in puro stile inglese in canvas di cotone blu all’esterno e con un’elegante fodera di colore rosso trapuntato a contrasto all’interno, presenta dettagli in pelle realizzati e cuciti a mano. Tutti gli accessori per la pulizia dell’SL3 sono contenuti in una custodia in pelle dedicata e rimovibile, e le due fibbie di chiusura esterne hanno il profilo che richiama quello della bascula. La chiusura a chiave della valigetta è stata progettata sullo stile del logo Beretta.
Penso che l’SL3 sia la base di ulteriori modelli che vedranno la luce nei prossimi anni. A tal proposito, l’SL3 è stato recentemente anche allestito (in calibro 12) in una coppia dedicata ai 500 anni dalla morte del genio Leonardo Da Vinci.
I minimi appunti (doverosamente rilevati in virtù del prezzo di acquisto) sono minima cosa rispetto alla classe dell’arma. 20.000 euro non sono noccioline che si spendono con facilità, ma si entra nel mondo delle armi di lusso e non di una Casa armiera qualsiasi, bensì di Beretta, che vanta quasi 500 anni di storia.
Beretta SL3 calibro 20: scheda tecnica
Camera di cartuccia: | 76 mm (3”) | |
Tipologia d’arma: | fucile da caccia a canne sovrapposte | |
Sistema di chiusura: | con spalline trapezoidali, perni cerniera e ganci inferiori | |
Bascula: | in acciaio temperato; cartelle lunghe senza viti | |
Finitura/incisione: | incisione con tecnologia laser a 5 assi; floreale, a scene di caccia, inglesina rose and scroll, a specchio lucidata manualmente | |
Canne: | in acciaio trilegato Beretta Optima Bore HP con tecnologia Steelium e finitura nera lucida | |
Lunghezza canne: | 67, 71, 76 (fucile in prova) o 81 cm | |
Strozzature: | intercambiabili con strozzatori Optima Choke HP in numero di cinque | |
Estrazione: | automatica con estrattori di nuova concezione | |
Bindella: | ventilata e rabescata antiriflesso | |
Grilletto: | monogrilletto selettivo color acciaio lucidato nella parte anteriore | |
Mirino: | sferico in alpacca | |
Sicura: | Cursore a slitta sulla codetta di bascula | |
Calciatura: | in noce super selezionato di grado 4 finito a olio. Calciolo in legno tirato a filo. Impugnatura tipo Woodward con zigrino manuale passo 1 mm. Astina sottile da caccia | |
Peso (appross.): | 2,9 – 3, kg circa con canne 76 cm | |
Prezzo: | 19.999 euro per le tre versioni incise; supplemento di circa 4.500 euro per la versione con cartelle e bascula lucidate a mano |