Il Consiglio di Stato interviene nuovamente sul calendario venatorio della Puglia e anticipa la chiusura della caccia ad alcune specie.
Così è quasi impossibile non imbrogliarsi, la discussione sul calendario venatorio della Puglia vive di continui rimbalzi e sovrapposizioni. Nelle ultime ore si è nuovamente espresso il Consiglio di Stato che, in parziale riforma dell’ordinanza del Tar comunque chiamato a pronunciarsi mercoledì prossimo, ha accolto il ricorso di Vas – Verdi ambiente società limitando il periodo di caccia ad alcune specie.
Anticipate dunque la chiusura della caccia a fagiano (30 novembre), beccaccino (29 dicembre), beccaccia (31 dicembre), cornacchia grigia, gazza, ghiandaia (15 gennaio: il Consiglio di Stato scrive 2019, ma intende chiaramente 2020), moriglione, pavoncella, tordo bottaccio, cesena, tordo sassello, alzavola, canapiglia, codone, folaga, germano reale e porciglione (19 gennaio). Infine, il Consiglio di Stato autorizza cinque giorni di caccia nel mese di febbraio soltanto a cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e colombaccio.
La decisione su moriglione e pavoncella merita due parole a parte. Manca evidentemente un indirizzo omogeneo sul territorio nazionale, lo dimostra quanto deciso dal Tar della Liguria.
Immediato il commento di Massimo Buconi che come ormai d’abitudine affida a un video la posizione ufficiale di Federcaccia. Continuiamo ad andare a caccia in Puglia, è il senso, e attendiamo la camera di consiglio del Tar fissata al 23 ottobre. «Stiamo facendo della Puglia» assicura il presidente Federcaccia «un caso nazionale».