Allevamento delle pernici rosse

Allevamento delle pernici rosse

Le ricerche sulle pernici rosse allevate in cattività hanno confermato che la loro fisiologia e il comportamento sono fortemente alterati dai sistemi di allevamento, con il risultato che questi animali sembrano selvatici, ma in realtà hanno adattamenti da polli.

Sebbene non si sappia quando le pernici rosse siano state allevate per la prima volta in cattività, esiste la prova che i Romani li tenevano come uccelli ornamentali. Le prime traslocazioni di rosse per scopi venatori risalgono addirittura al XIII secolo. Nel XIX secolo è tuttavia sicuro che i guardacaccia britannici già allevassero alcuni uccelli da caccia tramite l’impiego di galline di piccola taglia.

L’allevamento di rosse con le chiocce è documentato in Spagna nel Novecento. In Europa, il cambiamento radicale nel sistema di allevamento della selvaggina, comprese le pernici rosse, si è verificato negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, con l’impiego dell’incubazione artificiale e lo sviluppo di tecniche intensive.

Ristabilire le popolazioni selvatiche in declino

All’inizio, l’allevamento della pernice rossa è stato condotto allo scopo di ristabilire le popolazioni selvatiche in declino. In questa opera si sono distinte istituzioni pubbliche di grande rilievo come l’Office nationale de la chasse in Francia e il Servicio nacional de pesca fluvial y caza in Spagna. Successivamente, l’allevamento intensivo delle pernici è andato man mano espandendosi in relazione alle crescenti esigenze venatorie, di pari passo alla decrescita delle esigenze di sostegno alle popolazioni selvatiche.

Ai nostri giorni, una stima prudente valuta che siano circa 14 milioni le pernici rosse allevate ogni anno in Europa per la caccia. A Spagna e Francia spetta il podio; producono infatti la maggior parte delle uova e dei pulcini, rifornendo anche Paesi come l’Italia, il Portogallo e perfino il Regno Unito, vero tempio, con l’impiego della tecnica del drive anche nei confronti delle pernici rosse, della caccia consumistica.

Secondo i dati riportati dall’associazione dei produttori di selvaggina, in Francia, ogni anno, vengono prodotte oltre 10 milioni di uova. E, stando a dati ufficiali quanto precisi, nel Regno Unito, nel 2015, sono stati importati, tra pernici rosse e starne, 278.638 animali. In Spagna, mentre negli anni Sessanta gli allevamenti pubblici di selvaggina producevano appena 2-3.000 pernici rosse all’anno, oggi questa cifra è salita addirittura a circa 4-5 milioni.

Ugualmente, nel Regno Unito, si calcola che il numero di pernici rosse rilasciate oggi, rispetto al 1985, sia aumentato di ben cinque volte. Esistono circa 300 allevamenti di selvaggina nel Regno Unito, 400 allevamenti di pernici rosse in Spagna e 1.500 allevamenti di selvaggina in Francia, con almeno 11.000 dipendenti che lavorano in queste aziende. Senza contare che, almeno per quanto riguarda il Regno Unito, sono numerosi i guardacaccia che allevano la selvaggina anche per conto proprio. Questa pratica non altrettanto diffusa nel resto dei Paesi europei.

Il problema dell’ibridazione

Tra i vari problemi provocati dall’allevamento delle pernici rosse occorre innanzitutto tenere presenti quelli derivanti dall’ibridazione. Le pernici rosse, infatti, sono state storicamente ibridate con le pernici orientali chukar. Dal momento che queste due specie non hanno distribuzioni sovrapposte, non vi può essere il minimo dubbio sul fatto che questa ibridazione sia avvenuta a esclusiva opera degli allevatori.

L’ibridazione tra queste due diverse specie è stata attuata allo scopo di aumentare, per evidenti fini commerciali, la produttività delle pernici rosse allevate in cattività. Infatti, gli ibridi derivanti dall’incrocio tra Alectoris chukar e pernice rossa, Alectoris rufa, si sono dimostrati più produttivi. Le tracce di questa ibridazione sono evidenti. In Spagna, ad esempio, è stato evidenziato come, rispettivamente, il 63% di un campione di pernici rosse di allevamento e il 45% di un campione di pernici rosse selvatiche presentassero entrambi una chiara prova genetica dell’avvenuta ibridazione con la chukar. Altre prove genetiche hanno testimoniato, tanto in Francia quanto in Italia, come l’ibridazione con la chukar abbia coinvolto anche le coturnici.

Le conseguenze

Questa ibridazione che conseguenze ha avuto e tuttora ha, considerato che gli odierni ripopolamenti avvengono prevalentemente con soggetti di questo tipo? Innanzitutto è stato dimostrato che l’ibridazione può causare una marcata riduzione della fitness, cioè della capacità delle popolazioni naturali di interagire positivamente con l’ambiente circostante. Gli ibridi, infatti, hanno dato a vedere di soffrire di evidenti svantaggi derivanti dalla profonda alterazione del loro patrimonio genetico originale, frutto di  un lunghissimo rapporto di adattamento tra geni e ambiente.

A questo proposito, uno studio condotto in Spagna ha evidenziato che i maschi ibridi hanno dimensioni più ridotte dei maschi delle pernici rosse pure. Inoltre, è risultato che le femmine ibride hanno deposto un numero maggiore di uova. Queste ultime, tuttavia, non hanno mostrato alcuna differenza nel successo di schiusa rispetto alle uova deposte dalle femmine geneticamente pure. Infine, dato molto significativo, gli ibridi hanno mostrato di avere nel plasma sanguigno un livello inferiore di carotenoidi. Questi sono pigmenti responsabili di alcuni ornamenti rossi (becco, occhiaie e zampe) che rivestono una rilevante importanza nel comportamento riproduttivo di questa specie.

Comportamenti di difesa inadeguati

I comportamenti anti-predatori, spaziali e riproduttivi inadeguati, che caratterizzano le pernici rosse allevate, sono i principali problemi che si trascina dietro l’allevamento in cattività. Per comprensibili motivi di resa economica e quindi per ridurre al massimo la mortalità, negli allevamenti vengono inevitabilmente selezionate pernici rosse addomesticate.

Sebbene il comportamento anti-predatore sia ereditario, è stato visto che viene messo in atto dai giovani avvalendosi della preziosa esperienza messa a loro disposizione dai genitori. A questo riguardo, è stato notato che le pernici rosse selvatiche, di fronte al pericolo, hanno tempi di reazione più brevi rispetto a quelle allevate in cattività. Tendono anche a scappare pedinando invece che volando.

È la mancanza di diretta conoscenza dei predatori naturali nelle prime fasi della vita dei giovani cresciuti in cattività che ne pregiudica negativamente lo sviluppo di adeguate risposte di paura. I soggetti allevati, infatti, non sono in grado di identificare preventivamente i predatori che possono incontrare dopo il rilascio. Inoltre, sono abituati alla presenza degli esseri umani.

Anche l’ibridazione ha dimostrato di poter influire sul comportamento anti-predatorio. Gli ibridi hanno mostrato una diminuzione delle capacità di allerta nei confronti dei predatori rispetto alle pernici rosse geneticamente pure. Ciò può contribuire a spiegare i bassi tassi di sopravvivenza degli ibridi dopo il rilascio. Possono anche esserci differenze di forma fisica tra ibridi e pernici rosse, attribuibili all’addomesticamento e all’inquinamento genetico. Questo perché momento che alcune caratteristiche selezionate in cattività possono risultare svantaggiose in natura.

L’influenza delle condizioni di allevamento

Le condizioni di allevamento possono influenzare anche l’anatomia e la fisiologia delle pernici rosse. Il mangime commerciale consente una crescita ottimale, ma può essere inadeguato per la preparazione al cibo naturale. Le diete a basso contenuto di fibre e ricche di energia somministrate negli allevamenti comportano la formazione di intestini più brevi e ventrigli più leggeri rispetto alle pernici rosse selvatiche o a quelle allevate, ma nutrite con alimenti naturali.

Un repentino passaggio nelle pernici rosse da una dieta commerciale a una naturale è inoltre considerato capace di alterare altri parametri fisiologici. Ad esempio la dimensione degli organi immunitari, la chimica del sangue e la dimensione muscolare. I mangimi commerciali mancano, in generale, di carotenoidi e quindi le pernici rosse allevate non sono rosse come quelle selvatiche. Gli ornamenti sono affidabili segnali di qualità delle pernici rosse nella selezione sessuale. La loro qualità testimonia la loro migliore condizione fisica e capacità di resistere alle malattie.

È importante notare, tuttavia, il fatto che le pernici rosse allevate abbiano carichi di parassiti intestinali più elevati rispetto alle conspecifiche selvatiche. Queste infestazioni si riflettono negativamente sull’assorbimento e sulla concentrazione dei carotenoidi negli ornamenti.

Accoppiamenti difficili

È stato inoltre osservato come le pernici rosse allevate commercialmente fatichino ad accoppiarsi con quelle selvatiche. Il fenomeno è attribuibile a marcate differenze comportamentali e ornamentali, risultando le pernici rosse allevate non abbastanza attraenti per le controparti selvatiche.

Una volta accoppiate, alcuni dati provenienti da studi di radiotracciamento suggeriscono che le rosse allevate commercialmente non siano in grado di nidificare e allevare i pulcini così come quelle selvatiche. La sopravvivenza delle pernici rosse allevate dai genitori è invece risultata doppia rispetto a quella delle pernici allevate commercialmente. Inoltre, non sono state riscontrate differenze significative nella sopravvivenza o nel successo riproduttivo tra pernici rosse allevate dai genitori e quelle selvatiche.

In conclusione, anche le ricerche sulle pernici rosse allevate in cattività hanno confermato quanto già constatato in altre specie allevate. La fisiologia e il comportamento di questi uccelli sono fortemente alterati dai sistemi di allevamento. Il risultato è che questi animali sembrano selvatici ma in realtà hanno adattamenti da “polli”.

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