Alto Adige invita il parlamento a consentire i moderatori di suono a caccia

Alto Adige invita il parlamento a consentire i moderatori di suono a caccia
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Il consiglio provinciale di Bolzano ha impegnato la giunta a promuovere la liberalizzazione dei moderatori di suono a caccia.

Non è un argomento di competenza regionale né tantomeno provinciale, e dunque la mozione può funzionare solo come invito alla giunta a impegnarsi per sensibilizzare parlamento e governo; eppure fa comunque discutere la pronuncia del consiglio dell’Alto Adige, che all’unanimità ha deciso d’approvare la proposta d’Andreas Colli (Wir Bürger – Noi Cittadini – Nëus Zitadins), e promuovere l’impiego dei moderatori di suono (è più corretto chiamarli così che silenziatori) a caccia.

L’assessore Luis Walcher si è detto totalmente d’accordo con la proposta, che aveva sottoscritto; e, confermando di non avere competenza in merito, ha assicurato che proverà a convincere i propri interlocutori romani.

Nella mozione si legge che la liberalizzazione avrebbe un duplice vantaggio: tutelerebbe l’udito sia dei cacciatori («molti, anziani, portano l’apparecchio acustico per compensare il deficit uditivo») sia dei cani; e ridurrebbe al minimo il disturbo all’ambiente e alla selvaggina.

Al momento due leggi proibiscono d’usare i moderatori di suono: la 110/75 («salvo che siano destinati alle forze armate o ai corpi armati, [oppure] all’esportazione, [è vietato] fabbricare, introdurre nel territorio [nazionale] e vendere […] ogni dispositivo progettato o adattato per attenuare il rumore causato da uno sparo») e la 157/92, che all’articolo 21 vieta esplicitamente l’impiego venatorio «di armi da sparo munite di silenziatore».

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