Aumenta il caos sul calendario venatorio dell’Umbria

Aumenta il caos sul calendario venatorio dell’Umbria: beccaccia tra le foglie autunnali
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Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso cautelare sul calendario venatorio dell’Umbria: l’emendamento che ha modificato l’articolo 18 della legge 157/92 può applicarsi oppure no?

A confusione s’aggiunge confusione: in attesa di definire il merito della vicenda, il Consiglio di Stato ha confermato (ordinanza 163/2025) quanto aveva già deciso sul ricorso di Lipu, Wwf, Lav, Enpa e Lndc, e dunque di sospendere il calendario venatorio dell’Umbria 2024/2025 nella parte in cui fissa la chiusura della caccia al tordo bottaccio e alla beccaccia oltre la fine di dicembre, e al tordo sassello e alla cesena oltre il 9 gennaio.

È per situazioni come questa che nel corso della sessione di bilancio la maggioranza ha emendato l’articolo 18 della legge 157/92, disponendo che in caso di sospensione torni in vigore l’ultimo calendario legittimo, ossia quello con cui s’è chiusa la stagione precedente.

Ma la situazione non è così piana: il Consiglio di Stato infatti scrive che «gli effetti della normativa sopravvenuta nella vicenda, dedotta in giudizio prima che gli organi preposti all’applicazione potessero valutarla, [al momento] esorbitano dall’oggetto» del ricorso.

Che si fa allora? Per le associazioni venatorie l’emendamento è già applicabile, e dunque la sospensione non ha conseguenze concrete fino alla fine del procedimento; diverso l’avviso delle associazioni animaliste e ambientaliste, per le quali bisogna immediatamente sospendere la caccia alle quattro specie oggetto del ricorso.

S’attende dunque con urgenza che la giunta regionale dell’Umbria prenda posizione, possibilmente con una nota più chiara di quella di fine 2024.

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