Partito democratico chiede commissariamento Enci

Partito democratico chiede commissariamento Enci: setter inglese tra i tulipani
© zoyas2222 / shutterstock

Dopo l’inchiesta di Giulia Innocenzi (Report del 5 gennaio) cinque deputati del Partito democratico chiedono al ministro Lollobrigida di valutare l’ipotesi del commissariamento dell’Enci.

La parola chiave spunta nell’ultimo rigo dell’interrogazione parlamentare 5-03304: al ministro Lollobrigida, cui spetta la vigilanza, il Partito democratico (le firme sono quelle di Stefano Vaccari, Antonella Forattini, Stefania Marino, Nadia Romeo e Andrea Rossi), il Partito democratico chiede di valutare la possibilità di procedere al commissariamento dell’Enci.

L’innesco è l’inchiesta di Report (trasmissione del 5 gennaio) su una serie di spese e, si legge nell’interrogazione, «sulle inadeguate operazioni di controllo degli allevamenti»; dalla ricostruzione di Giulia Innocenzi «sarebbero emerse ombre di doping, pedigree [che si sospettano] falsi, cani ibridati potenzialmente pericolosi».

In parallelo il Partito democratico chiede chiarimenti sul contratto, del «valore di diverse centinaia di migliaia di euro, per scopi di pubblicità istituzionale non ben definita riferibile alla trasmissione Mediaset condotta da Michela Brambilla», e sulla denuncia con cui nel 2023 i legali di alcuni soci Enci segnalarono «diverse presunte criticità del libro genealogico del cane di razza» e «400 pedigree potenzialmente falsi»: il governo dovrà far sapere se abbia preso in esame il rapporto, ed eventualmente come si sia mosso «a tutela del patrimonio zootecnico italiano e della stragrande maggioranza di allevatori e cinofili».

La risposta dell’Enci a Report

Prima che il Partito democratico decidesse di presentare l’interrogazione Dino Muto, attuale presidente dell’Enci, aveva deciso di rispondere al servizio di Giulia Innocenzi (mai nominate né lei né la trasmissione), definito come «un tentativo maldestro e grossolano» di attaccare «l’encomiabile lavoro degli allevatori, le verifiche zootecniche, l’operato dei giudici, la corretta tenuta del libro genealogico, la cultura delle razze canine», un «disegno fuorviante che mira alla criminalizzazione» di un intero settore. Per Muto l’obiettivo è «la disgregazione del libro genealogico italiano e dei suoi registri, tenuti dall’Enci fin dal 1882».

Nella nota si legge inoltre che da dieci anni l’Enci segue le norme contenute del disciplinare antidoping, e che negli ultimi tre ha riscontrato soltanto quattro casi di positività: per l’uso non di anabolizzanti o Epo, ma di antinfiammatori.

Infine, Muto aveva ricordato che l’Enci non ha il compito d’effettuare ispezioni presso gli allevamenti; e che ha ricevuto per due volte il ringraziamento pubblico delle forze dell’ordine per la collaborazione fornita nel corso delle indagini sulle ibridazioni tra il lupo e il cane lupo cecoslovacco.

Leggi le ultime notizie di caccia e i test di ottichearmi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.