“La beccaccia in Estonia: che cosa possiamo fare per la sua conservazione” è il titolo di un articolo pubblicato sulla rivista della Società ornitologica estone e sul giornale dell’Associazione dei cacciatori estoni. Proponiamo una traduzione dall’inglese per portare i temi affrontati anche all’attenzione dei cacciatori di beccaccia italiani.
Per la popolazione europea di beccaccia (Scolopax rusticola) gli Stati baltici sono un’area geografica di enorme rilevanza ecologica. Tra questi Paesi è soprattutto l’Estonia a rivestire il ruolo più importante per la specie. Il territorio estone, infatti, ospita molte beccacce nidificanti e in autunno raccoglie un grande numero di uccelli che qui si concentrano sostando durante la migrazione post-nuziale, prima di riprendere il volo verso l’Europa meridionale.
L’importanza dell’Estonia per la beccaccia è dovuta a due elementi principali. In primis alle caratteristiche ecologiche del territorio estone che, con le sue estese foreste e i suoi habitat boreali, rappresenta una delle aree con il livello più alto di idoneità biologica per la specie su scala europea. Il secondo elemento rilevante è la posizione geografica dell’Estonia, che si trova in mezzo alle due principali rotte di migrazione della beccaccia, quella settentrionale (scandinava) e quella nord-orientale (russa).
La perdita degli habitat
Attualmente, oltre ai cambiamenti climatici che influiscono sempre più negativamente sulle aree di nidificazione, sono sostanzialmente due le criticità più rilevanti che minacciano la conservazione della beccaccia su scala europea e che richiedono una presa di coscienza e un’azione risolutiva da parte degli Stati membri della Ue. Questi sono la perdita di habitat idonei alla specie (soprattutto alla sua nidificazione) e la caccia commerciale.
In Estonia, negli ultimi dieci anni, a seguito dell’aumentata richiesta da parte dell’economia globale di legname (sia per scopo industriale, sia energetico) si è assistito a un preoccupante incremento del taglio delle foreste. Questa azione di disboscamento sta interessando in modo progressivamente crescente tutti gli Stati scandinavi e baltici, e anche la Russia.
Le foreste primigenie, quelle originarie e più antiche, non contaminate dall’intervento umano, purtroppo sono quelle più interessate dal disboscamento e sappiamo che proprio queste foreste svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima. Sono quindi fondamentali per il raggiungimento dello stadio di climax degli ecosistemi e costituiscono un habitat con una grande biodiversità faunistica.
E la ricchezza in termini di biodiversità, che favorisce anche la presenza degli invertebrati, importante risorsa alimentare, rende questi luoghi estremamente importanti per la nidificazione di molti uccelli, tra cui la beccaccia. Ecco perché la perdita di questi ambienti rappresenta un grave danno per la conservazione della specie.
L’impatto della caccia commerciale sulla beccaccia
Sono molti i problemi collegati a un’attività venatoria non sostenibile su scala europea. Ma prima di elencare le criticità della caccia alla beccaccia in Estonia è necessario fare un passo indietro nel passato.
Negli anni Novanta, a seguito dell’indipendenza delle Repubbliche baltiche dall’ex Urss, l’Estonia è diventata una destinazione venatoria raggiungibile per i cacciatori europei. A molti cacciatori italiani, francesi e spagnoli erano già note le grandi opportunità di caccia alla piccola selvaggina offerte dal territorio estone, soprattutto per la caccia alla beccaccia. Negli anni seguenti è poi aumentato sempre di più il turismo venatorio commerciale verso l’Estonia che oggi è una delle mete più frequentate e ambite dai cacciatori di beccaccia.
Il turismo venatorio sulla specie ha senz’altro alcune ricadute positive sull’economia locale estone, ma non rappresenta assolutamente un metodo di gestione sostenibile della Scolopax rusticola. In Estonia ciò è causato soprattutto da due problemi attualmente irrisolti.
In primis, la legge estone sulla caccia non prevede limiti di carniere per la specie beccaccia. Inoltre, in alcune aree (principalmente i territori delle contee costiere e delle isole, le mete più ambite dai cacciatori) la concentrazione dei cacciatori di beccaccia e di conseguenza dei prelievi è sicuramente eccessiva.
Nessun limite di carniere
In tutti gli Stati europei da dove provengono i cacciatori di beccaccia che si recano in Estonia vi sono leggi e norme che impongono limiti di carniere, stagionali e giornalieri. Ad esempio, in Italia il numero di beccacce prelevabili annualmente da ogni singolo cacciatore non deve essere superiore a 20 (in casi eccezionali a 30) e durante i mesi di caccia alla beccaccia, che sono compresi tra ottobre e gennaio, il carniere giornaliero consentito è di due o tre beccacce per ciascun cacciatore.
In questi limiti massimi di prelievo stabiliti dalle nostre norme non sono comprese le beccacce eventualmente prelevate da un cacciatore italiano in un altro Stato europeo come, ad esempio, l’Estonia dove, come detto, non esistono limiti di carniere per questa specie; in sostanza ciascun cacciatore può prelevare (potenzialmente) un numero illimitato di beccacce.
Cacciatori dall’estero
La caccia alla beccaccia in Estonia si concentra nel periodo compreso tra il 10 ottobre e il 10 novembre. In queste quattro settimane i distretti di caccia estoni vengono raggiunti da migliaia di cacciatori. La maggioranza di questi, provenienti perlopiù da Italia, Francia e Spagna, raggiunge le zone di caccia affidandosi a tour operator venatori e a outfitter estoni in accordo con le associazioni locali di cacciatori.
Usualmente la caccia commerciale alla beccaccia prevede per ogni cacciatore una trasferta che va dai cinque ai sette giorni. È evidente che con così poco tempo a disposizione tanti cacciatori desiderino prelevare il maggior numero possibile di beccacce, cosa, come precisato, consentita dalla legge estone. Ciò ha causato e ancora causa delle vere e proprie mattanze di beccacce in alcune zone di caccia.
Un ulteriore elemento critico
L’impatto negativo della caccia commerciale sulla beccaccia non è, però, dovuto soltanto all’eccessivo numero di prelievi in un periodo limitato. C’è un ulteriore elemento critico per la conservazione della specie.
Sappiamo, infatti, che la migrazione della beccaccia avviene su rotte precise e definite. Perciò, durante la migrazione post-nuziale, interi gruppi di beccacce provenienti da specifiche aree geografiche sostano e si concentrano in determinati territori. Questi uccelli in migrazione, provenienti da latitudini più settentrionali e orientali, si aggiungono a quelli nidificanti in Estonia.
Di conseguenza, la concentrazione nello stesso periodo e negli stessi territori (i distretti di caccia della costa e delle isole estoni, che sono le zone di caccia migliori perché raccolgono il maggior numero di beccacce in migrazione) dei cacciatori di beccacce, unita alla caccia senza sosta (per un mese circa) e senza limiti di carniere producono un effetto potenzialmente devastante e insostenibile per la beccaccia. Ossia, la perdita totale di stock genetici (popolazioni genetiche).
In sintesi. Interi gruppi di beccacce provenienti da determinate aree geografiche non torneranno mai più ai loro siti di nidificazione, perché eliminati totalmente, con conseguente perdita della diversità genetica della specie fino ad arrivare ad estinzioni genetiche locali.
Che cosa possiamo fare
Che cosa, quindi, è possibile fare per la conservazione della beccaccia in Estonia?
Per quanto riguarda la perdita degli habitat sarebbe necessario che gli Stati membri della Comunità europea (e anche quelli extra Ue) attivassero immediatamente politiche di gestione degli habitat forestali radicalmente diverse da quelle attuali, tutelando le foreste più antiche e mature, e di conseguenza anche la biodiversità, il clima e gli ecosistemi complessi dalla cui presenza dipende pure la nidificazione della beccaccia.
Come? Attraverso sovvenzioni ai gestori e ai proprietari delle foreste, finalizzate alla salvaguardia di questi spazi indispensabili per la vita sul nostro pianeta.
I problemi legati alla caccia commerciale alla beccaccia invece, a differenza di quelli connessi ai cambiamenti climatici e alla deforestazione, sono di più facile soluzione e possono essere affrontati nel breve termine.
Come? Con una richiesta immediata al governo estone di inserimento nella legge sulla caccia nazionale di limiti stagionali e giornalieri di carniere. Un carniere giornaliero non superiore alle tre, quattro beccacce per cacciatore e un prelievo massimo annuale di 20, 30 beccacce a cacciatore ridurrebbero notevolmente l’attuale impatto negativo sulla specie della caccia commerciale e impedirebbero le mattanze di beccacce che attualmente avvengono in diverse aree dell’Estonia.
Serve una caccia sostenibile
Inoltre, una strategia di più ampio respiro per la conservazione della beccaccia sul territorio estone potrebbe consistere nel prevedere l’istituzione di zone a divieto di caccia alla specie. Ciò già già avviene nel santuario della beccaccia dell’isola di Vormsi. Aree forestali di qualche centinaio di chilometri quadrati distribuite omogeneamente lungo i territori costieri e nelle isole estoni, che funzionino come zone di rifugio per la beccaccia e in cui realizzare anche una tutela integrata delle foreste.
In sintesi, la caccia alla beccaccia di per sé non è un problema per la conservazione della specie. Lo diventa quando non viene praticata attenendosi ai principi che la rendono un’attività sostenibile. E la caccia commerciale alla beccaccia come attualmente è organizzata nel territorio estone non lo è. È necessario quindi cambiarla.
Il santuario dell’isola di Vormsi
A onor del vero però, anche in Estonia i buoni esempi di caccia sostenibile non mancano. Ne citiamo uno di cui abbiamo esperienza diretta. Alcuni cacciatori del Club della beccaccia Italia, che frequentano l’Estonia da più di vent’anni, incentivano con le loro azioni (monitoraggio e altre attività di campo) e anche con un impegno economico, la caccia sostenibile alla specie; sono gli stessi cacciatori che hanno voluto e istituito il santuario della beccaccia dell’isola di Vormsi, e che finanziano e promuovono studi e ricerche scientifiche per la tutela della specie.
Oltre a ciò, questi “cacciatori consapevoli” cacciano per alcuni giorni all’anno in alcuni distretti di caccia estoni, imponendo a loro stessi rigide forme di autodisciplina e di regolamentazione della caccia. Rispettando gli stessi, finanche più stringenti, limiti di carniere giornaliero e annuale imposti dalla legge italiana e non previsti da quella estone.
Oggi, dunque, questa opposizione tra caccia commerciale e caccia sostenibile alla beccaccia non rappresenta soltanto una visione differente dell’attività venatoria. È una vera sfida per la conservazione a lungo termine di questa specie. In questo senso la beccaccia deve essere vista come una “specie modello”. Un modello, un simbolo per la tutela della biodiversità in Estonia. Un simbolo della credibilità e dell’impegno del popolo estone nella conservazione della natura per le generazioni future.
Per vincere questa sfida auspichiamo, quindi, un immediato e serio impegno della Società ornitologica estone, dell’Associazione dei cacciatori estoni (Eesti jahimeeste selts) e di tutti gli appassionati naturalisti per chiedere al governo dell’Estonia, attraverso petizioni pubbliche, richieste formali e azioni collettive, di attivarsi per concretizzare le misure indicate in questo articolo a tutela della beccaccia e del territorio. Iniziando, prima di tutto, dall’introduzione di limiti di prelievo per la beccaccia nella legge estone sulla caccia.
Porte aperte a tutti
L’isola di Vormsi è aperta a tutti coloro che sono interessati a visitarla (anche con il proprio cane da ferma) e a partecipare alle attività di campo finalizzate alla raccolta dati per il monitoraggio e lo studio della beccaccia. Ciò è possibile prendendo accordi per il rilascio dei permessi e coordinandosi con il Comitato per il santuario della beccaccia isola di Vormsi che supervisiona le attività sull’isola.
Per domande e informazioni su come procedere per visitare l’isola estone e sulle modalità per poter contribuire all’attività di monitoraggio e di ricerca sulla beccaccia scrivete a lebeccaccedivormsi@csbvormsi.it
Gli autori
“La beccaccia in Estonia: che cosa possiamo fare per la sua conservazione” è il titolo dell’articolo pubblicato sulla rivista della Società ornitologica estone e sul giornale dell’Associazione dei cacciatori estoni, firmato da Giovanni Giuliani, zoologo e presidente del Club della beccaccia e da Jaanus Aua, ornitologo e responsabile dell’attività di ricerca e monitoraggio della beccaccia sull’isola di Vormsi, il santuario della beccaccia in Estonia. La traduzione dall’inglese è stata pubblicata anche sulla rivista trimestrale Beccacce che Passione.
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