Sono nove le firme in calce all’appello con cui si chiede a Giorgia Meloni un intervento pubblico in sostegno dell’Ispra: ci sono anche quelle di Toso, Veneziano e Sperandio.
I più noti ai cacciatori sono Silvano Toso, Osvaldo Veneziano e Gabriele Sperandio (Toso fu direttore dell’Infs, Veneziano presidente nazionale dell’Arcicaccia, associazione del cui comitato scientifico Sperandio è stato responsabile), ma non sono i soli a sottoscrivere la lettera con cui il mondo della ricerca e della conservazione della fauna chiede a Giorgia Meloni «un intervento chiarificatore a sostegno dell’Ispra, del suo ruolo e dell’autonomia della scienza in Italia»: alle loro tre s’aggiungono infatti le firme di Alessandro Bratti, Luigi Boitani, Angelo Giuliani Betti, Paolo Lanfranchi, Pier Giuseppe Meneguz ed Enzo Valbonesi.
I nove segnalano che sono sempre di più, «e sempre più pressanti e ingiustificati», gli attacchi all’Ispra, che però nei confronti della caccia non ha mai avuto un atteggiamento ideologico o penalizzante: lo si constata facilmente dai documenti che produce; né gli si può imputare alcuna «involuzione animalista», visto che le sue posizioni sono le stesse da più di trent’anni, e che nessun ministro, di nessuna parte politica, ha interferito con le assunzioni del personale.
Secondo i firmatari dell’appello le critiche mosse dalle associazioni venatorie e dalle aziende di settore ai pareri Ispra sui calendari regionali sono «pesanti e ingiustificate», basate non «su un’analisi oggettiva dei dati scientifici», ma sul presupposto di un pregiudiziale «atteggiamento anticaccia»; e non finalizzate a migliorare la caccia, ma animate da «una sorta di pulsione revanscista in appoggio alle istanze della parte più retriva del mondo venatorio».
Calendari venatori e Key concepts per la migratoria
Oltre che dei pareri sui calendari (dubbi sullo sviluppo dei ricorsi: «È giusto che sia il magistrato a valutare comparativamente i risultati di pubblicazioni scientifiche senza l’ausilio di una consulenza adeguata?») di recente molto si discute dei dati con cui aggiornare il documento Key concepts per la migratoria: nella lettera si legge che «li supporta una robusta e pluridecennale base scientifica, e tengono conto anche dei più recenti mutamenti del comportamento» legati ai cambiamenti climatici.
Anche se statisticamente deboli, procede l’argomentazione, i dati sulla telemetria satellitare prodotti dalle associazioni venatorie confermano l’anticipo della migrazione prenuziale; e la Direttiva uccelli prevede che la caccia debba terminare quando i primi contingenti iniziano a migrare, non nel momento di massima frequenza.
Ci s’attende dunque di capire come Giorgia Meloni reagirà all’appello, se difenderà pubblicamente «un istituto che da danni gode della stima del mondo scientifico italiano, europeo e internazionale», ma che si contesta «pur di raggiungere il risultato di una scorretta applicazione dei principi delle direttive comunitarie», finalizzati «ad assicurare la conservazione degli uccelli selvatici e una caccia ecocompatibile».
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