Il Corpo forestale trentino ha dato esecuzione al decreto di Maurizio Fugatti e abbattuto l’orsa Kj1 nei boschi sopra Padaro di Arco.
Il comunicato è gelido anche nell’uso dei termini («eseguito il decreto di rimozione»), ma è bastata la notizia per scatenare la rabbia del mondo animalista: disposto da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento, l’abbattimento dell’orsa Kj1 (dopo le sette interazioni con l’uomo, l’ultima due settimane fa ai danni di un escursionista francese, era classificata «ad alto rischio» secondo la scala Pacobace, e l’Ispra aveva confermato la necessità di intervenire; lo ha fatto una squadra del Corpo forestale trentino nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’aveva localizzata il radiocollare) ha destato una serie di reazioni furibonde.
Per il Wwf l’abbattimento «è una sconfitta per tutti, e dimostra che c’è ancora molto da fare» per arrivare a una coesistenza tra l’uomo e l’orso sulle Alpi; «la rimozione di individui problematici non può essere l’unica strada». Il Wwf ritiene necessario che il ministero dell’Ambiente assuma un ruolo più attivo, che si stabiliscano strategie per diminuire i rischi in caso di interazioni aggressive («in America, Canada, Russia, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Polonia e Romania lo spray anti-orso ha mostrato la propria efficacia») e che si consenta l’espansione della specie in un areale più ampio.
È molto più pesante il commento dell’Enpa (Fugatti «non ha dato tempo né al Tar né alle associazioni di esaminare i documenti scientifici e le motivazioni di questa decisione assurda»), che segnalerà ufficialmente l’evento all’Unione europea sottolineando che la Provincia non ha attivato «misure di prevenzione» né considerato «alternative all’uccisione», e soprattutto della Lav, che ha annunciato di voler denunciare Fugatti per la presunta violazione dell’articolo 544 bis del codice penale sull’uccisione di animali senza necessità.
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