Martedì prossimo la commissione Agricoltura della Camera tornerà a discutere il ddl Bruzzone sulla riforma della legge 157/92 sulla caccia.
Naufragato il tentativo di accelerare intervenendo sulla conversione del decreto agricoltura (il governo Meloni ha fatto ritirare gli emendamenti alle forze di maggioranza), per la riforma della legge sulla caccia è necessario riprendere la via parlamentare consueta.
La commissione Agricoltura della Camera ha dunque fissato alle 11.30 di martedì prossimo, 23 luglio, il riavvio dell’esame del ddl 1548, primo firmatario e relatore il leghista Francesco Bruzzone; in contemporanea si torneranno a discutere le proposte presentate da Sergio Costa, l’ex ministro dell’Ambiente in quota Movimento 5 Stelle (e proprio dei 5 Stelle si teme l’ostruzionismo che aveva invogliato la Lega a provare un’altra strada, più rapida, per la riforma), da Michela Vittoria Brambilla (Noi Moderati) e da Luana Zanella (Verdi-Sinistra).
Restano da capire le intenzioni del governo, che secondo alcune voci sempre meno sussurrate vorrebbe intestarsi la riforma: l’Enalcaccia gli ha suggerito un disegno di legge da proporre al parlamento dopo l’approvazione del consiglio dei ministri o un decreto specifico, e solo in subordine una corsia preferenziale per il ddl Bruzzone, emendato in alcune parti; e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha invitato le associazioni venatorie a presentargli rapidamente una serie di proposte condivise.
In ogni caso è molto difficile che s’arrivi a una soluzione nelle poche settimane che ci separano dalla pausa estiva; solo un decreto potrebbe consentire alla riforma di entrare in vigore prima che cominci ufficialmente la stagione venatoria 2024/2025; i calendari regionali restano dunque ancora a rischio ricorso e sospensione come negli anni passati.
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