La giunta che governa il Veneto ha aggiornato le linee operative del piano di interventi urgenti contro la peste suina africana.
Ridotti i passaggi amministrativi per vedersi riconosciuta l’equipollenza dell’abilitazione al controllo e alla caccia al cinghiale se la si è ottenuta in altre regioni, un percorso prioritario per i proprietari dei fondi agricoli che la richiedono: con queste due mosse la giunta che governa il Veneto intende rendere più efficace il piano di interventi urgenti contro la peste suina africana predisposto nel 2022 e aggiornato nei mesi scorsi. L’obiettivo è duplice: potenziare la prevenzione; e in caso di necessità riuscire a governare la comparsa di casi sul territorio di competenza, al momento ancora indenne.
L’assessore Cristiano Corazzari segnala inoltre che è finalmente operativa la figura del bioregolatore (consente «di presidiare in regime di sicurezza sanitaria tutte le operazioni di manipolazione delle carcasse»), e che è in arrivo un sistema informatico georeferenziato per gestire in tempo reale le segnalazioni relative alla presenza dei cinghiali e per autorizzare gli abbattimenti.
Al momento sono sette le regioni dell’Italia continentale colpite dal virus della peste suina africana: Liguria (997), Piemonte (661), Emilia Romagna (309), Lombardia (238), Lazio (95), Campania (69) e Calabria (17), per un totale di 2.386 carcasse di cinghiale risultate positive.
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