L’Enalcaccia ha chiesto a Giorgia Meloni e a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, di procedere immediatamente alla riforma della legge sulla caccia; tre le strategie suggerite (disegno di legge governativo, decreto legge, corsia preferenziale per il ddl Bruzzone).
Dopo l’Anuu migratoristi, anche l’Enalcaccia chiede al governo Meloni «provvedimenti immediati» per rendere possibile lo svolgimento sereno della prossima stagione venatoria, di nuovo a rischio ricorsi a causa dello stop imposto alla riforma della legge sulla caccia nel corso della conversione del decreto agricoltura.
La prima mossa che gli suggerisce è la proposta di un disegno di legge governativo, da sottoporre al voto del parlamento dopo l’approvazione del consiglio dei ministri, «che si farebbe così carico di una responsabilità collegiale»; per le forze di maggioranza sarebbe dunque quasi impossibile sottrarsi.
Se poi l’ostruzionismo delle opposizioni ne rallentasse l’approvazione, il governo potrebbe procedere a emanare un decreto legge: «il carattere di urgenza» previsto dalla Costituzione sarebbe evidente in caso di «gravi inconvenienti nello svolgimento dell’attività venatoria alla luce di una normativa ancora carente o imperfetta».
In subordine, a Giorgia Meloni («con segnalazione personale») e al ministro Lollobrigida l’Enalcaccia ha chiesto di individuare «una corsia preferenziale» per calendarizzare la discussione del ddl Bruzzone, «da integrare però con emendamenti integrativi e migliorativi».
I tempi sono stretti: l’Enalcaccia ribadisce che per mettere al sicuro lo svolgimento regolare della stagione venatoria 2024/2025 «e per attestare ai cacciatori che il governo non è assente» non si può attendere la fine dell’estate.
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