Il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso di alcune associazioni di protezione ambientale contro il piano di controllo del colombo approvato dalla Città metropolitana di Torino.
La specie può ospitare una quantità di patogeni di varia natura, «trasmissibili per via aerea, feco-orale, alimentare o mediante vettori (zanzare, zecche, pulci)», e il rischio cresce se aumenta la sua concentrazione nell’ambiente, «perché aumenta la quantità di deiezioni emesse»: si incardina su questa motivazione la sentenza del Tar del Piemonte (è la 610/24), che ha deciso di respingere il ricorso di Lav, Oipa, Pro natura, Enpa e Fondazione per l’ecospiritualità contro il piano di controllo del colombo approvato dal consiglio metropolitano di Torino; per metterlo in atto si possono utilizzare sia fucili, il cui impiego si valuta caso per caso a fronte di segnalazioni di danneggiamento, sia palloni gonfiati con elio, sia cannoncini a gas con detonazioni temporizzate.
Il Tar segnala inoltre che il guano misto a piume compromette anche l’igiene e il decoro urbano, e mette a rischio la conservazione del patrimonio storico-culturale del territorio: «È noto infatti che la ricorrente fecalizzazione costituisce substrato favorevole alla crescita di funghi che, in presenza di umidità, batteri e spore, attaccano la pietra calcarea con cui sono edificati diversi monumenti».
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.