Nel programma della Lega per le elezioni europee 2024 si trova un accenno alla caccia e alla gestione della fauna selvatica.
Nelle diciotto pagine che lo compongono la parola «caccia» in esplicito non compare mai, ma nel capitolo dedicato all’agricoltura («torna a essere fattore di sviluppo») il richiamo è chiaro: nel programma della Lega per le elezioni europee 2024 si legge infatti che è necessario «un quadro europeo aggiornato sulle consistenze della fauna selvatica, per inaugurare una stagione di misure di gestione più efficaci sul territorio».
Bisognerà però attendere (addirittura l’avvio della nuova legislatura?) per capire come l’intenzione si declinerà nel concreto, e se la sensazione che ci si riferisca anche ai grandi carnivori, su tutti il lupo, è solo una suggestione o qualcosa di più.
Più chiaro lo spirito della Lega nel panorama nazionale: è un suo dirigente il deputato Francesco Bruzzone, che ha presentato una proposta di riforma della legge sulla caccia a breve riassunta in alcuni emendamenti al ddl di conversione del decreto agricoltura.
Nonostante l’exploit delle elezioni europee del 2019 (fu l’estate della crisi del Papeete: superò il 34% e conquistò 28 seggi dei 73 che spettavano all’Italia; adesso, completata la Brexit, sono 76), nella legislatura che sta per concludersi la Lega (Identità & Democrazia il gruppo parlamentare di riferimento) è stata all’opposizione della commissione von der Leyen.
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