Il Movimento 5 Stelle chiede al governo Meloni come intenda intervenire sulla gestione dei richiami vivi da caccia in Lombardia.
Se si sta alla lettera dell’interpellanza urgente 2-00376 (prima firmataria Susanna Cherchi; seguono Sergio Costa e Alessandro Caramiello) con cui più che chiedere una risposta al governo il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera descrive quello che ritiene lo scenario, sembra che in Lombardia il traffico illegale di richiami vivi da caccia sia fuori controllo.
Si legge infatti che la legge d’assestamento del bilancio 2023-2025 ha consentito «di sostituire senza [sorveglianza] gli anelli inamovibili» con «delle fascette di plastica facilmente manipolabili», azzerando «qualsiasi forma di contrasto del traffico legale di [uccelli] catturati illecitamente in natura e sanando [la posizione di] coloro che [impiegano] anelli contraffatti»; e che la nuova Banca dati («costata 176.461 euro») non risulta alimentata («non c’è alcuna tracciabilità dei richiami vivi; non [si inseriscono] né i codici anello identificativi degli uccelli allevati, né [i riferimenti delle] nuove fascette di plastica […], ma solo le quantità detenute»).
Per il Movimento 5 Stelle dunque il governo Meloni deve «affrontare risolutamente» il problema del traffico illegale di uccelli in Lombardia; impedire che s’attivi la caccia in deroga a fringuello, peppola, pispola, storno e piccione, e che si riaprano i roccoli; rendere disponibili «i dati sulle dimensioni e la natura del traffico di avifauna viva destinata [all’impiego] nella caccia da appostamento» e sul numero dei titolari di licenza denunciati per bracconaggio; infine, valorizzare il Soarda, il reparto operativo dei carabinieri forestali impegnato nelle operazioni di contrasto ai reati in danno degli animali.
L’interpellanza è rivolta congiuntamente ai ministeri di Agricoltura, Ambiente e Affari europei; a rispondere il governo ha delegato il ministro Lollobrigida.
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