Dopo l’ultima puntata di “Indovina chi viene a cena” la cabina di regia che riunisce le associazioni venatorie italiane ha preso una posizione durissima contro la Rai.
L’aveva fatto la Libera Caccia da sola, l’aveva fatto la Federcaccia da sola: la cabina di regia delle associazioni venatorie italiane (stavolta aderisce anche l’Arcicaccia) non poteva esimersi da una presa di posizione contro la Rai, contestata per il modo in cui l’ultima puntata di Indovina chi viene a cena (e non è la prima volta) ha tratteggiato il mondo della caccia.
Per Federcaccia, Enalcaccia, Anuu migratoristi, Libera Caccia, Arcicaccia, Italcaccia e Cncn quella proposta da Sabrina Giannini è «una rappresentazione distorta della realtà», considerate la scorretta assimilazione tra i cacciatori e i bracconieri e «le numerose accuse, non giustificate, rivolte contro la categoria».
Le associazioni venatorie italiane hanno dunque invitato i propri legali a valutare la presenza di elementi che legittimino un’azione a tutela della reputazione dei cacciatori, «troppo spesso attaccati da chi, non avendo argomentazioni valide, propende per un’informazione a senso unico» finalizzata a «danneggiare [una categoria] che invece rappresenta una risorsa» per l’Italia.
Sollecitando un’istruttoria in commissione di vigilanza, la cabina di regia del mondo venatorio anticipa inoltre che scriverà alla Rai per chiedere «equo trattamento e diritto di replica»: non si lascerà infatti intimidire «dal comportamento di chi si serve dei mezzi di comunicazione pubblici per denigrare la categoria».
Unica consolazione: «l’audience risibile» segnala che il pubblico «ha compreso [quanto sia] scarsa la qualità [di una] trasmissione» da tempo ostile alla caccia e ai cacciatori.
Non perdere le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.