Lotta contro la peste suina africana: «Cacciatori necessari»

Lotta contro la peste suina africana: cinghiale nella foresta
© Michal Masik / shutterstock

Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Libera Caccia toscane segnalano la necessità di una collaborazione costante con il mondo venatorio, se si vuole che la lotta contro la peste suina africana abbia un esito favorevole.

Se si vogliono scongiurare gli scenari visti in altre regioni, dove nel controllo del cinghiale «sono all’opera cooperative [specializzate] o addirittura l’esercito», è fondamentale mantenere attiva e costante la collaborazione con i cacciatori: solo così la lotta contro la peste suina africana può essere incisiva.

È netta la posizione delle associazioni venatorie toscane riunite nella cabina di regia regionale (Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia, Libera Caccia; come si sa, non c’è la Federcaccia): sia i tecnici sia la politica devono mantenere costante il confronto con i cacciatori, perché solo così si possono applicare con efficacia le strategie stabilite dal commissario straordinario. Allo stesso tempo è fondamentale che anche gli Atc e i Gruppi operativi territoriali dialoghino quotidianamente con i cacciatori.

Al momento il virus della peste suina africana non ha toccato la Toscana; ma due comuni in provincia di Massa Carrara, Zeri e Pontremoli, vicini al confine regionale e alla zona infetta, sono sottoposti al primo livello di restrizioni.

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