La bolt action Kelbly Nanook nasce per essere ultraleggera, ma abbinata a calibri molto performanti: la prova pratica mostra che le reazioni allo sparo sono praticamente azzerate.
La statunitense Kelbly ha trovato ispirazione per le sue carabine dal mondo degli orsi: è stato così per le azioni Black bear e Golden bear ed è così anche per l’ultima nata, la Nanook che ho provato in calibro .300 Norma magnum.
In questo caso il nome affonda le sue radici nella mitologia Inuit, popolazione originaria delle regioni costiere artiche e subartiche dell’America settentrionale e della punta nordorientale della Siberia. Più spesso individuati come eschimesi, considerato termine dispregiativo, gli Inuit erano celebri per essere un popolo di esperti cacciatori e tra le loro prede, ovviamente, c’erano anche gli orsi polari.
La scelta di Kelbly è dunque da far risalire proprio alle qualità di grandi cacciatori dei nativi del circolo polare artico: la Nanook è pensata e progettata per essere al fianco dei cacciatori. Per assolvere a questo compito, Kelbly ha messo a punto un’azione dedicata, la Nanook appunto, che insieme alla canna prescelta, al tipo di calciatura e allo chassis adottato ha un solo obiettivo: ridurre il più possibile il peso, senza compromettere la precisione. Leggerezza, compattezza, ma grandi prestazioni legate ai calibri: oltre al.300 Norma magnum oggetto della prova, la Nanook è disponibile anche in .300 Prc e in .338 Lapua magnum (le avete viste sull’ultima edizione dell’Annuario Armi?)
Il cacciatore a cui si rivolge questa carabina è un cacciatore abituato a lunghi trasferimenti a piedi, quando portarsi per lunghe ore alcuni etti in meno fa tutta la differenza di questo mondo a fine giornata. La apprezzeranno i cacciatori di montagna: dal peso contenuto (3.570 grammi la carabina nuda), la Nanook adotta un calcio ribaltabile (sul lato sinistro), accorgimento che riduce notevolmente l’ingombro (per esempio nello zaino); la lunghezza totale passa da 1.240 a 980 millimetri.
Carbonio: canna, ma non solo
Uno dei punti di forza della Nanook è il largo impiego di carbonio. Per la canna prodotta da Preferred barrel, azienda statunitense di Hildale, nello Utah, non è corretto dire che si tratta di una canna in carbonio, come spesso erroneamente si sente affermare. L’anima, infatti, è in acciaio inox; Kelbly sottopone la parte esterna a un trattamento simile alla wrappatura per applicare un rivestimento al carbonio. Il contenimento del peso è garantito; la tassa da pagare è che con pochi colpi sparati in rapida successione la canna raggiunge elevate temperatura. D’altra parte non si tratta di una canna, e di una carabina, progettate per lunghe sessioni in poligono, bensì per la caccia, quando si spara uno, a volte due colpi.
Dotata di recoil lug integrale, la canna è lunga 660 mm (26”) ed è completamente flottante rispetto all’astina dello chassis; profilo heavy, in culatta il diametro è 31,75 millimetri, mentre in volata il diametro scende a 22,9 millimetri. La canna termina con una filettatura sulla quale si trova, avvitato, il freno di bocca Kelbly prodotto dalla stessa Kelbly: dotato di tre finestre di sfiato per lato, è fissato alla canna tramite una ghiera zigrinata, che ne garantisce il serraggio, mantenendolo perfettamente allineato.
Come già sulla carabina Nyx, anche sulla Nanook Kelbly ha utilizzato questo sistema che consente anche di variare il serraggio: si può, dunque, avvitare fino a fine corsa così come fermarsi prima, adeguando questo elemento alle prestazioni della ricarica, visto che il freno più o meno avvitato può avere un’influenza sulle prestazioni balistiche. Il passo di rigatura è 1:9”, necessario per stabilizzare palle che nei calibri .30 (Norma magnum e Prc) superano abbondantemente i 200 grani.
Kelbly .300 Norma magnum: la gallery fotografica
Il calcio, l’impugnatura
Le altre componenti per le quali è stato fatto ricorso alla fibra di carbonio sono l’impugnatura e il calcio. Nel primo caso Kelbly ha scelto un profilo Ar15 compatibile, caratterizzato da dieci piccole fresature per lato, per ridurre ulteriormente il peso; nel secondo sono in carbonio sia il buttstock sia l’appoggiaguancia, regolabile in altezza. Il calcio, che può essere ribaltato sul lato sinistro dello chassis tramite una levetta posta sul lato destro, in prossima dell’attacco tra calcio e chassis, è dotato anche morbido calciolo in gomma.
Kelbly Nanook: leggerezza da record
Discorso a parte merita la calciatura: si tratta, in verità, di uno chassis prodotto dalla specialista statunitense del Colorado Xlr industries. Kelbly ha scelto il modello Element 4.0 Magnesium Tungsten gray. È realizzato a macchina con magnesio Az61A; in abbinamento con calcio e impugnatura in carbonio arriva a pesare circa 795 grammi, dato che Kelbly considera un primato mondiale, come unico chassis in grado di scendere sotto le due libbre (900 grammi, circa).
Caratterizzato dalla finitura Tungsten gray, lo chassis presenta una Arca rail a tutta lunghezza; il sistema degli slot M-lok sul fore-end consente il montaggio di qualsiasi accessorio, a partire da un indispensabile bipiede, per sparare con un buon appoggio anche nelle condizioni più difficili. Nella parte posteriore dello chassis, a pochi centimetri dall’attacco con il calcio, è stata incassata una livella a bolla, accessorio tutt’altro che inutile anche se, lo capisco, spesso il cacciatore non ha il tempo di verificare questo dettaglio che, comunque, indicando una carabina non perfettamente allineata può influire su un tiro a lunghe distanze. Xlr industries garantisce addirittura a vita la sua creatura.
Azione a ponti aperti
I progettisti Kelbly hanno messo in campo un’azione nuova di pacca, che poi dà il nome alla carabina: Nanook Long. Si tratta di un’azione in configurazione a ponti aperti, ricavata da acciaio 416R, con finitura nitrurata nera che aumenta la resistenza e migliora la scorrevolezza dell’otturatore, sui quali sono stati ricavati due spezzoni di slitta Picatinny inclinati di 35 moa.
L’otturatore, in acciaio 4140, sviluppa una lunghezza di 190 millimetri; ha un pomello a goccia sulla manetta di armamento, mentre il corpo è solcato da una flutatura elicoidale grazie alla quale il peso si ferma a 320 grammi. La chiusura è la classica tipo Remington con due tenoni frontali, con estrattore tipo Sako ed espulsore Tg ejector di Kelbly, statico, senza molla: vale a dire che è l’interazione tra il ritegno dell’otturatore e la coda dell’espulsore a far protrudere l’espulsore. Con questo sistema si esclude qualsiasi tensione negativa tra l’espulsore stesso e il fondello della munizione in camera di cartuccia, che potrebbe subire un leggero disassamento.
Kelbly Nanook calibro .300 Norma magnum: il test a 600 iarde
Per la prova ho potuto contare sulla disponibilità del poligono di Terranuova Bracciolini (Ar), impianto in cui ho testato la Nanook sulla distanza di 600 yard (540 metri). La pioggia e soprattutto un forte vento sono stati sgraditi ospiti durante l’arco di tutta la prova. Ma non mi sono certamente scoraggiato e mi sono accomodato sulle linee di tiro nella classica posizione F-class, con bipiede e rear bag per garantire la miglior stabilità alla carabina. Il cacciatore che utilizzerà la Nanook raramente troverà una condizione di tiro così comoda; ma il mio obiettivo era testare al meglio la performance, anche alla luce dell’indicazione di una precisione sub-moa di tre colpi match grade garantita dal produttore.
Dopo pochi colpi necessari per la taratura a 600 yard, abbiamo lasciato raffreddare per qualche istante la canna, prima di passare al test a fuoco. A nostra disposizione, una cartuccia commerciale e una ricarica messa a punto da Nicola Salvador, che con la famiglia gestisce l’armeria Regina di Conegliano (Tv), distributore europeo delle carabine Kelbly. Anche qui purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con la drammatica carenza di munizioni cariche e di componenti per la ricarica: la commerciale a disposizione era la Norma con palla Berger Hybrid target di 230 grani, stessa palla utilizzata anche per assemblare la ricarica, per la quale però è stato utilizzato un propellente differente.
Rosate sotto il moa
In entrambi i casi le rosate ottenute sono rimaste sotto il moa, risultato di ottimo livello viste le condizioni con pioggia, vento e anche una luce autunnale che nelle prime ore del pomeriggio era davvero penalizzante.
Oltre alla precisione, a sorprendermi è stata la reazione allo sparo della Nanook: il sistema freno di bocca-chassis-calciolo in gomma ha assorbito in maniera sorprendente i quasi 590 joule della commerciale e ancora di più i 630 della ricarica. Temevo che la ricerca spasmodica della riduzione di peso presentasse un conto salato e, invece, i colpi sparati con la carabina non hanno lasciato segni. Il rilevamento è stato praticamente azzerato dall’ottimo lavoro del freno di bocca e il rinculo si è scaricato in maniera molto lineare senza penalizzare la spalla del tiratore.
Sono uscito dalla prova della Nanook con una sensazione davvero positiva: oltre ad avere una spiccata personalità estetica, la carabina può contare su componenti (calcio, chassis, freno di bocca) di valore assoluto che abbinate a un’azione innovativa, ma progettata nel solco della qualità Kelbly, regalano prestazioni di valore assoluto.
Kelbly Nanook calibro .300 Norma magnum: la tabella balistica
Kelbly Nanook calibro .300 Norma magnum: la scheda tecnica
- Produttore: Kelbly’s incorporated, North Lawrence, Ohio
- Distributore: armeria Regina, via Daniele Manin 49, 31015 Conegliano (Tv), 0438.60871, info@armeriaregina.it
- Modello: Nanook
- Tipo: carabina da caccia
- Calibro: .300 Norma magnum (disponibile anche in .300 Prc e in .338 Lapua magnum)
- Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole
- Chiusura: tipo Remington con due tenoni frontali
- Alimentazione: caricatore amovibile monofilare
- Numero colpi: 5
- Chassis: Xlr industries Element 4.0 Mg
- Canna: Preferred barrel in acciaio Inox, rivestita in carbonio, lunga 660 mm (26”), lunghezza alla quale va aggiunto il freno di bocca Kelbly Klaw (incluso); passo di rigatura 1:9”; diametro in culatta 31,75 mm (1.250”); diametro in volata 22,9 mm (0.900”)
- Lunghezza totale: 1.240 mm (980 mm con calcio ripiegato)
- Scatto: Bix’n Andy Competition, peso di sgancio da 30-800 grammi (disponibile anche Bix’n Andy Dakota con peso di sgancio 450-2.000 grammi)
- Percussione: percussore lanciato
- Sicura: manuale a cursore sulla codetta dell’azione, con sblocco separato dell’otturatore
- Mire: due spezzoni di slitta Picatinny con inclinazione di 35 moa
- Materiali: azione in acciaio 416R, otturatore in acciaio 4140, anima della canna in acciaio Inox; calciatura in magnesio; chassis in magnesio e carbonio
- Finiture: canna rivestita in carbonio con il sistema della wrappatura
- Peso: 3.570 grammi (priva di cannocchiale e anelli)
- Qualifica: arma da caccia
- Nota: per la nostra prova è stato utilizzato un cannocchiale March Fx 5-42×56 Hm Prs
- Prezzo: 5.490 euro (esclusi ottica e anelli)
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