Il fagiano è una superba specie selvatica con alle spalle una storia naturale lunga milioni di anni, che è interessante conoscere per comprenderne il valore faunistico e per imparare a gestire e cacciare questo fasianide come merita.
Il fagiano, Phasianus colchicus, è una specie, diciamocelo senza tanti giri di parole, assai poco apprezzata. Per i protezionisti è una specie estranea alla fauna selvatica del nostro Paese e come tale sicuramente all’ultimo posto delle loro attenzioni e preoccupazioni. Per molti cacciatori, fortunatamente non per tutti, è un solo un ottimo incassatore di piombo, buono per la cosiddetta pronta caccia.
Il fagiano, invece, è una specie superba con alle spalle una storia naturale lunga milioni di anni, che merita di essere conosciuta non solo per comprenderne il valore faunistico, ma anche per imparare a gestire e cacciare questo animale come merita.
Le origini del fagiano
Premesso che la ricerca scientifica sulle origini del fagiano è in pieno svolgimento, attualmente, sulla base delle indagini di carattere genetico fin qui condotte, si ritiene che il fagiano possa avere avuto origine nella Cina sudoccidentale, nelle foreste sub tropicali delle province dello Yunnan e del Sichuan, adiacenti alle grandi montagne dell’Himalaya e rifugio per diverse specie di uccelli durante le ultime glaciazioni.
Da queste aree, favorito dalle successive oscillazione del clima, il fagiano avrebbe intrapreso una progressiva espansione territoriale diffondendosi sia verso occidente sia verso oriente, arrivando a occupare un’area immensa che si estende dai Balcani alla Siberia orientale, dalla Corea all’Indocina e all’Afghanistan.
Essendo una specie molto adattabile dal punto di vista ecologico, si trova dal livello del mare fino ai 3.500 metri, in un’ampia gamma di climi e habitat, ma per lo più è legata alla vegetazione esistente lungo le rive dei fiumi e dei laghi, ai margini dei boschi; evita però le fitte foreste e le aree molto secche.
Trenta sottospecie e otto linee evolutive
Il fagiano è considerato il fasianide più diffuso al mondo, di cui sono state definite ben trenta sottospecie che sono state suddivise tradizionalmente in cinque gruppi in base alle differenze nel piumaggio dei maschi. Il gruppo colchicus, i “fagiani dal collo nero”, presente tra il Mar Nero e il Mar Caspio; il gruppo principalis-chrysomelas, i “fagiani dalle ali bianche”, presente nell’Asia centrale; il gruppo tarimensis presente nella Cina occidentale (questi primi tre gruppi sono privi di collare bianco); il gruppo mongolicus presente in Cina occidentale, Kazakistan e Kirghizistan; il gruppo torquatus, i “fagiani dalla groppa grigia”, presenti nell’Asia orientale (questi due ultimi gruppi hanno entrambi il collare bianco).
Tuttavia, proprio gli studi più recenti, basati su avanzate analisi genetiche di tipo molecolare, hanno dimostrato come questa classificazione, fondata sui piumaggi dei maschi, non sia pianamente affidabile.
Dati più precisi
L’analisi dei dati genetici ha infatti mostrato una relazione stretta tra i gruppi occidentali (principalis-chrysomelas, mongolicus, colchicus), che a loro volta hanno rapporti più stretti con il gruppo tarimensis rispetto al gruppo torquatus e al gruppo elegans presente nel sud-est della Cina.
Proprio la sottospecie elegans, compresa in precedenza all’interno del gruppo torquatus per somiglianze di piumaggio, oltre a risultare geneticamente distinta, viene ritenuta essere la sottospecie più antica, a partire dalla quale si sarebbero poi evolute le altre sottospecie.
Così il fagiano verde, Phasianus versicolor, sarebbe stato il primo a separarsi in seguito al distacco del Giappone dalla terra ferma dell’Asia orientale circa 4,3 milioni di anni fa, mentre la divergenza tra il gruppo elegans e gli altri gruppi occidentali si sarebbe verificata circa 3,4 milioni di anni fa e quella con il gruppo torquatus circa 2,8 milioni di anni fa. Sulla base di queste relazioni genetiche, è stata avanzata l’ipotesi che il fagiano potrebbe essersi disperso da est verso ovest all’incirca 1,8 milioni di anni fa.
Nuove scoperte
Ricerche genetiche molecolari ancor più recenti hanno individuato otto diverse linee evolutive con l’inizio della diversificazione iniziata più tardivamente, circa 0,7 milioni di anni fa e continuata fino all’ultimo periodo glaciale. Tra queste otto linee, pur essendo stati documentati dei flussi genici, sono state tuttavia rilevate delle differenze genetiche che hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di tre gruppi principali.
Il fagiano del Turkestan (Phasianus colchicus) comprende sia fagiani senza collare (colchicus, principalis, tarimensis) sia fagiani con collare (mongolicus) originari dell’Asia occidentale e centrale. Invece il fagiano cinese (Phasianus torquatus) comprende fagiani caratterizzati dalla groppa grigia o grigio verde e dalla presenza del collare bianco, originari di Cina centrale e orientale, della Mongolia e della penisola coreana. E il fagiano dello Yunnan (Phasianus elegans) comprende fagiani caratterizzati dalla groppa grigia e dalla presenza di un collare bianco e originari della Cina meridionale e dell’Indocina (Myanmar, Laos e Vietnam).
Il fagiano in Europa
Venendo all’Europa, diversamente da quanto ritenuto fino a poco tempo fa, il fagiano nei Balcani meridionali c’è sempre stato. Infatti, in diverse località della Bulgaria sono stati rinvenuti resti di fagiano risalenti a circa 5.500 anni prima della nascita di Cristo. Queste scoperte hanno contraddetto l’asserzione che il fagiano si fosse diffuso nei Balcani attraverso il trasferimento di soggetti in epoca ellenica, romana o medievale. In realtà, l’originale fagiano dal collo nero, il Phasianus colchicus colchicus, si è estinto in Bulgaria addirittura all’inizio degli anni Settanta a causa dell’ibridazione con esemplari di Phasianus colchicus torquatus e Phasianus colchicus mongolicus introdotti e poi allevati per scopi venatori.
Nell’Europa occidentale, le prime introduzioni note della specie risalgono al 500-800 dopo Cristo, costituite da fagiani del Caucaso meridionale, cioè di Phasianus colchicus colchicus. Molto più tardi, nel 1700, sono stati introdotti anche i fagiani mongoli (Phasianus colchicus mongolicus) e cinesi (Phasianus colchicus torquatus).
Le popolazioni europee discendono quindi da diverse sottospecie e dall’ibridazione tra di esse, ma purtroppo la composizione genetica di queste popolazioni introdotte è ancora largamente sconosciuta. Un recentissimo studio ha indagato l’origine, la diversità, la struttura genetica e la storia demografica delle popolazioni di fagiano presenti nella zona di contatto tra l’Europa centrale e quella sud-orientale, ossia tra Ungheria e Serbia. Le analisi genetiche hanno mostrato l’esistenza di una differenza tra i fagiani presenti nei due diversi Paesi, con la popolazione presente in Ungheria che è geneticamente molto più omogenea, mentre quella della Serbia è caratterizzata da una maggiore mescolanza.
Il colchicus è stato il primo a essere introdotto
I dati genetici emersi appartengono a due tipi: uno corrispondente a diverse sottospecie come mongolicus, torquatus eccetera e un altro corrispondente al gruppo colchicus. Quest’ultimo è risultato molto più frequente e geograficamente diffuso, mentre l’altro è presente principalmente in Serbia, dove la sovrapposizione geografica tra i gruppi è risultata maggiore. In sostanza, i risultati di questo studio appaiono coerenti con l’ipotesi che il colchicus sia stato il primo a essere introdotto con un piccolo numero di individui che hanno avuto successo, aumentando notevolmente e diffondendosi ampiamente. L’introduzione più recente di soggetti mongolicus e torquatus sembra invece aver interessato solo la Serbia.
Cina e Stati Uniti
Il fagiano cinese, il torquatus, merita un discorso a parte, in quanto recentemente è comparso nei ripopolamenti condotti in Italia sotto il nome di americanino, in quanto importato dagli Stati Uniti.
Premesso che ovviamente anche in America il fagiano è stato introdotto, in effetti, il torquatus è risultato essere in Nebraska e South Dakota, nel Midwest degli Stati Uniti la sottospecie maggiormente presente nei carnieri dei cacciatori, addirittura tre volte più della sottospecie colchicus.
Secondo gli autori di questa ricerca, la maggiore presenza del fagiano della Cina orientale potrebbe essere dovuta a una maggiore capacità di adattamento, rispetto al colchicus, agli ambienti e al clima di questa parte degli Stati Uniti; oppure potrebbe dipendere dal fatto che è maggiormente presente negli allevamenti e quindi nei rilasci, ma anche dalla maggiore facilità di prelievo. E quest’ultimo potrebbe essere anche il motivo della recente importazione di questo falso americanino in Italia.
Il cosiddetto fagiano del Caucaso, il Phasianus colchicus colchicus, e il cosiddetto fagiano della Cina orientale, il Phasianus colchicus torquatus, hanno dunque caratteristiche del piumaggio diverse. Il maschio del colchicus ha il collo dalle tinte scure, è privo di collare bianco e ha il groppone scuro; il maschio di torquatus ha collare e sopracciglia bianchi e groppone chiaro. I due tipi di fagiano hanno anche una distribuzione geografica molto differente (uno occidentale e l’altro orientale). Sono inoltre geneticamente diversi in misura significativa (mentre sono geneticamente vicini il colchicus e il mongolicus, sebbene il maschio del mongolicus abbia un collare bianco). Infine, possono, ragionevolmente, essere considerati diversi anche sotto il profilo ecologico, cioè essere caratteristici di habitat e climi diversi.
Notizie dall’Iran
Quanto possano essere importanti i fattori ecologici nella vita delle diverse sottospecie di fagiano lo ha chiarito un recente studio condotto in Iran. Questi ricercatori hanno documentato come in questo Paese siano presenti due distinti gruppi: il gruppo principalis (fagiani dalle ali bianche) e il gruppo colchicus (fagiani dal collo nero). I due gruppi di fagiani sono diversi nei caratteri morfologici, comprese le diverse dimensioni del corpo, le diverse caratteristiche del piumaggio e la presenza/assenza di macchie bianche sulle ali e sono risultati diversi anche sotto il profilo genetico.
La distribuzione territoriale di questi due diversi tipi di fagiano sembra dipendere fortemente dalle precipitazioni invernali ed estive. Le precipitazioni estive sono importanti per il gruppo colchicus, mentre le precipitazioni invernali sono importanti per il gruppo principalis. In altri termini, le precipitazioni e le temperature sono risultati i fattori più importanti nel determinare l’idoneità dell’habitat e quindi la netta separazione ecologica e territoriale.
Per concludere, sebbene i dati sul fagiano oggi disponibili siano ancora bisognosi di ulteriori approfondimenti, sono comunque sufficienti per dimostrare la complessità biologica di questa specie e la necessità quindi di una sua gestione su basi di maggiore consapevolezza, soprattutto da parte del mondo venatorio ancora legato a questo affascinate selvatico.
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