Acr, Confavi, Associazione cacciatori veneti, Italcaccia e Fondazione per la cultura rurale scrivono alla giunta Zaia per chiederle di neutralizzare la decisione del Tar sulla chiusura anticipata della caccia in Veneto.
Una decina di giorni fa s’attivò la cosiddetta cabina di regia allargata del mondo venatorio: adesso sono le altre associazioni (Associazione per la cultura rurale, Confavi, Associazione cacciatori veneti, Italcaccia e Fondazione per la cultura rurale) a scrivere alla giunta del Veneto chiedendole d’approvare una delibera per neutralizzare gli effetti della decisione del Tar che ha disposto la chiusura anticipata della caccia a nove specie (turdidi il 10 gennaio; alzavola, canapiglia, codone, germano reale, folaga e gallinella d’acqua il 20).
Nella lettera ci si concentra soprattutto sugli uccelli acquatici, per i quali si chiede una stagione di caccia standard con la chiusura a fine mese; è peraltro necessario che predisponendo la nuova delibera la giunta «utilizzi tutte le accortezze necessarie per evitare che il Tar del Veneto, con un decreto monocratico, la annulli dopo poche ore». Acr, Confavi, Associazione cacciatori veneti, Italcaccia e Fondazione per la cultura rurale si dicono peranto disponibili a fornire «ogni consiglio utile per evitare che il lavoro si vanifichi».
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