La commissione Agricoltura della Camera ha iniziato a discutere la proposta di modifica della legge sulla caccia firmata dal leghista Francesco Bruzzone.
Ritirata quella di Fratelli d’Italia per le polemiche sul porto d’armi ai sedicenni, in parlamento resta una proposta di modifica della legge sulla caccia: è quella presentata dal leghista Francesco Bruzzone che nel corso della prima discussione del provvedimento in commissione Agricoltura alla Camera il presidente Mirco Carloni ha proposto come relatore. «Questa decisione» ha commentato Bruzzone «mi permetterà d’occuparmi della proposta in prima persona, e di [seguirla] fino all’approvazione».
Il disegno di legge si compone d’otto articoli, che intendono:
- obbligare le Regioni a inserire sia il piano faunistico sia il calendario venatorio in una legge, dalla durata quinquennale, anziché in un atto amministrativo (sarebbe una soluzione per evitare l’enorme numero di ricorsi e di modifiche a stagione in corso; resterebbero annuali i limiti di carniere):
- escludere i richiami vivi allevati, e in generale «la fauna omeoterma a fenotipo ancestrale custodita in regime di detenzione e allevata in cattività da più d’una generazione», dal campo d’applicazione della legge 157/92, al pari «degli esemplari mutati e delle specie d’origine domestica»;
- eliminare l’obbligo di scelta esclusiva tra caccia vagante e da appostamento;
- consentire l’impiego di strumenti termici nella caccia di selezione agli ungulati;
- abolire il silenzio venatorio di martedì e di venerdì;
- prevedere l’equipollenza nazionale delle abilitazioni regionali alla caccia agli ungulati.
Oltre a Bruzzone, nel corso della prima discussione è intervenuto soltanto Alessandro Caramiello, deputato del Movimento 5 Stelle, che ha espresso l’auspicio «d’un approfondito ciclo d’audizioni che coinvolga anche associazioni ambientaliste» a partire dal Wwf.
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