Tradizionale, disponibile in un’ampia gamma di calibri e di allestimenti, la SM12 di Steyr è una carabina che unisce doti di robustezza a caratteristiche di raffinatezza tipicamente mitteleuropea. L’abbiamo provata in poligono.
La storia di Steyr, per l’intreccio di avvenimenti che hanno coinvolto l’azienda austriaca, è tra le più affascinanti che si possano raccontare. Nasce per merito di Josef Werndl che, il 16 aprile 1864 fonda la Josef and Franz Werndl & Partners Weapons Factory and Sawmill in Oberletten. Dopo solo 3 anni riuscirà ad accaparrarsi un’importante commessa dall’esercito austriaco per la fornitura del moschetto d’ordinanza Werndl-Holub. I successi industriali e le innovazioni apportate al settore delle armi si susseguono e l’eclettismo del fondatore faranno sì che, con altri nomi, il marchio si attiverà nella produzione di biciclette (1894), autovetture (1916), camion (1926) e motocicli in virtù della fusione con Austro-Daimler-Puchwerke AG (1934). Questi cicli industriali sono raccontati dalle mutazioni del nome aziendale, che via via muterà in Weapon Factory OEwg (1869), Steyrer Werke AG (1926), Steyr-Daimler- Puch AG (1934), Steyr Mannlicher AG (1989). Le armi restano comunque il core business dell’azienda, tanto che già nel 1896 la produzione tocca il mezzo milione di fucili all’anno.
A turbare la crescita di un’azienda tanto attiva contribuiranno le due guerre, la prima persa sotto l’Impero austro-ungarico, la seconda con il III Reich, nel quale l’Austria era stata annessa nel 1938; dopo l’Anschluss le aziende austriache saranno nazionalizzate nel conglomerato industriale Reichswerke Hermann Göring. In entrambi i casi, le condizioni di resa le inibiranno per alcuni anni la produzione di armi: fino al 1930 nel primo caso, nel 1950 nel secondo.
Sarà la differenziazione della produzione, in entrambi gli incidenti della storia, a dare continuità al suo operato.
La focalizzazione del business sul solo settore delle armi avverrà solo nel 1989 grazie allo scorporo in varie unità industriali di Steyr-Daimler- Puch AG. Solo da questo punto in poi Steyr diventerà la Steyr Mannlicher che conosciamo oggi.
Nel corso della sua storia travagliata, il marchio austriaco produrrà armi di successo, molto apprezzate in tutti i segmenti in cui abbia operato. Per rimanere nel settore della caccia vanno menzionati almeno il modello M 86 straight-pull (1886) e l’Original Mannlicher Schönauer (1903) che rimarrà in produzione per 70 anni. Tempi più recenti hanno visto la riorganizzazione della gamma, che comprende carabine a canna rigata e sovrapposti a canna liscia, con l’introduzione del modello SM12 oggetto di questa prova sul finire del 2012. La sua presentazione ufficiale risale però alle fiere dell’inizio dell’anno successivo.
Si colloca al top
La carabina SM12 rappresenta oggi il top della gamma venatoria di Steyr Mannlicher. È una carabina bolt action d’impostazione tradizionale che, nel rispetto dei canoni dell’arma di concezione mitteleuropea, introduce una serie di migliorie tecnologiche che non ne deturpano l’aspetto ma la impreziosiscono sia dal punto di vista estetico sia funzionale.
L’esemplare che abbiamo messo alla prova monta un calcio classico (denominato Halfstock in contrapposizione al Fullstock della versione Stutzen) in legno. Lo stesso calcio è utilizzato nelle versioni Mountain, Light, Semi Weight e Stainless di cui riportiamo le caratteristiche salienti in tabella. Nel 2014 è stata presentata la versione mancina, curiosamente con calcio in polimero mutuato dal modello CL II SX, e la Stutzen. Nel nostro caso, il calcio presenta una pala in stile bavarese che si fa apprezzare quando si spari con l’ottica.
Tutta l’azione è realizzata in buon acciaio che garantisce il meglio in termini di resistenza e durata. Sulla parte superiore sono presenti i fori filettati che abbiamo utilizzato per montare degli anelli a pivot della ZFHalt, successivamente sfruttati per l’applicazione di un’ottica Steiner.
La meccanica è tradizionale, ci concentriamo pertanto sul sistema di armamento. Sfrutta un pulsante a scorrimento posto sul retro dell’azione così come molte altre interpretazione dell’ingegneria armiera tedesca. L’armamento e il disarmamento del percussore avviene in maniera rapida e silenziosa grazie all’architettura del sistema HCS (Hand cocking system). La posizione della leva è stata studiata per soddisfare tutti, che abbiano dita corte o lunghe, mani robuste o più delicate, che siano mancini o destrimani.
Armando il percussore si attivano un segnale visivo (il classico riferimento rosso in prossimità della sicura) e uno tattile, un perno che fuoriesce dalla coda dell’otturatore.
Niente di nuovo sotto il sole ma, a differenza di altri sistemi, quello della carabina Steyr è veramente raffinato nella realizzazione. Nuovo è anche lo scatto, regolabile anche se le istruzioni non forniscono indicazioni al riguardo. Dispone di stecher alla francese che si attiva spingendo il grilletto in avanti e riduce da 830 a 265 grammi il peso di sgancio. Bello, pulito, è forse superfluo in un’arma che è già dotata di un meccanismo tanto sofisticato. A nostra impressione, lo scatto alleggerito è addirittura troppo sensibile per il cacciatore medio.
Qualora si inserisca lo stecher e si decida successivamente di non sparare, è comunque possibile disattivarlo disarmando il percussore.
Un’attenzione particolare la merita la canna. Con il suo profilo ottimizzato (OBP – Optimized barrel profile) supera sulla carta le già ottime performance tradizionalmente fornite dalla canne Steyr. Un attento studio ha consentito di ridurne la lunghezza di 40 mm nei calibri standard e di 15 mm in quelli magnum.
Il teorico risparmio ponderale ottenuto in questo modo è stato “speso” per aumentare il diametro del tubo, che ora raggiunge i 16,5 mm in volata.
In questa maniera Steyr è andata a migliorare il bilanciamento dell’arma, che risulta essere più maneggevole anche nei tiri con appoggi precari.
La volata sfrutta inoltre sistemi di lavorazione impiegati dall’azienda per le sue carabine sportive. Sulla canna sono collocate le mire metalliche.
Il mirino offre un registro per regolare l’alzo, la tacca un sistema che permette di regolare con una certa approssimazione la deriva.
La prova a fuoco
Abbiamo testato la SM12 con munizionamento Sellier & Bellot, importato dalla stessa TFC che distribuisce Steyr. L’arma è risultata estremamente ben bilanciata già nella versione standard, con un calcio che torna bene e meglio ancora è finito. Specie per quanto riguarda gli zigrini a squame di pesce. Molto morbido è risultato il cinematismo relativo al funzionamento dell’otturatore così come dolce ed efficace è risultato il sistema di armamento. Ma quello che più ci ha colpito è stato lo scatto.
Troppo morbido per i nostri gusti una volta alleggerito, diretto è risultato pulito e costante, prevedibile e affidabile. Certamente un bonus in una carabina da caccia che può spingersi a distanze al limite delle possibilità del tiratore medio. La rosata di 20 millimetri ha probabilmente risentito del fatto che l’arma fosse nuova. Non a caso è stata ottenuta con gli ultimi 3 colpi del test, andando a completare una progressione che vedeva, serie dopo serie, una minor dispersione dei 3 fori. È lecito prevedere che un rodaggio prolungato della canna, con la munizione corretta, possa portare a una precisione contenuta nel mezzo Moa.
SCHEDA TECNICA
- Produttore: Steyr Mannlicher
- Modello: SM12 Standard
- Tipo: carabina bolt action
- Calibro: 7×64
- Lunghezza canna: 560 mm
- Lunghezza totale: 1.112 mm
- Organi di mira: mire metalliche
- Caricatore: 4 colpi
- Sicure: armamento manuale del percussore HCS
- Materiali: calcio in legno, meccanica in acciaio
- Finiture: brunitura satinata
- Peso: 3.500 g
- Prezzo: 3.100 euro
- www.steyr-mannlicher.com
- www.tfc.it / 030 8983872
TEST
- Matricola arma: 3110344
- Ottica impiegata: Steiner Nighthunter 3-15×56
- Peso di sgancio4: 830 g scatto diretto (265 g con stecher)
Condizioni del test
- Meteo: nuvoloso
- Altitudine: 108 m slm
- Pressione atmosferica: 1.009 hPa
- Temperatura: -1°
- Umidità relativa: 40%
Munizione
- Produttore: Sellier & Bellot
- Modello: GRS
- Palla: monolitica XRG 158 gr
- V0 dichiarata: 797 m/s
- V0 rilevata1: 805 m/s
- Deviazione standard2: 9,50
- Rosata3: 20 mm
- www.sellier-bellot.cz
- www.tfc.it/ 030 8983872