Associazioni venatorie negli Atc, la discussione sulla rappresentatività

Associazioni venatorie negli Atc, la situazione in Calabria: cacciatore con fucile
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Arcicaccia, Anuu migratoristi, Enalcaccia ed Eps sottolineano che, chiusa la fase cautelare, la giustizia amministrativa deve ancora esprimersi sulla rappresentatività delle associazioni venatorie negli Atc Reggio Calabria 1 e 2.

Sul merito della questione devono ancora esprimersi sia il Consiglio di Stato in forma collegiale, stavolta dopo aver assistito al contraddittorio tra le parti, sia il Tar che in sede cautelare aveva accolto il ricorso contro il decreto di nomina dei rappresentanti delle associazioni venatorie negli Atc Reggio Calabria 1 e 2. Le udienze sono in calendario rispettivamente l’11 gennaio e il 12 giugno.

Lo puntualizzano Arcicaccia, Anuu migratoristi, Enalcaccia ed Eps che sottolineano che anche dopo la sospensione dell’ordinanza del Tar la vicenda non è finita. La nota congiunta (la firmano Andrea De Nisi per l’Arcicaccia, Bruno Zema per l’Anuu migratoristi, Pasquale Loria per l’Enalcaccia e Serafino Nero per l’Eps) è utile anche a ricostruire lo sviluppo della storia.

Da vent’anni nei comitati di gestione degli Atc siede al massimo un rappresentante per associazione; ma nel 2014 l’assemblea regionale ha modificato la normativa aggiungendo un comma, «equivoco e suscettibile di diverse interpretazioni», che per l’assegnazione dei posti disponibili fa riferimento alla rappresentatività delle diverse sigle.

E negli scorsi mesi per la prima volta un’associazione venatoria, la Federcaccia, ha inviato alla Città metropolitana, che ha accolto la designazione, non uno ma addirittura quattro nominativi sui sei posti disponibili.

È curiosa la posizione dell’Enalcaccia che, pur beneficiaria della nomina, ha sposato le tesi del ricorso d’Arcicaccia e Anuu migratoristi. Evidentemente è una questione di principio.

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