Calendario venatorio delle Marche, le richieste della Fidc

Calendario venatorio delle Marche: beccaccia tra le foglie
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Dopo l’ordinanza che ha in parte accolto il ricorso sul calendario venatorio delle Marche la Federcaccia regionale chiede un incontro ai vertici della giunta.

Un incontro urgente tra il presidente della giunta Francesco Acquaroli e tutte le associazioni venatorie, per «individuare le azioni necessarie a far sì che i diritti dei cacciatori marchigiani siano riconosciuti e tutelati»: è esplicita la richiesta della Federcaccia delle Marche dopo l’ordinanza del Tar che ha accolto alcuni punti del ricorso contro il calendario venatorio regionale (data di chiusura della caccia a beccaccia e turdidi; numero di giornate integrative per la caccia alla migratoria).

Per la Federcaccia delle Marche infatti il mondo venatorio deve ora confrontarsi con una serie «di penalizzazioni inaccettabili» dopo quelle arrivare «in sede d’approvazione del calendario» (riduzione della preapertura alla quaglia e al colombaccio e del periodo di caccia al combattente rispetto alle stagioni passate; dimezzamento dell’ammontare del prelievo dell’allodola rispetto a quanto consente il piano di gestione nazionale).

Rinnovando la propria disponibilità a collaborare con gli uffici regionali, in prospettiva la Federcaccia Marche sottolinea tre punti che ritiene essenziali per garantire certezze ai cacciatori: in sede d’approvazione del calendario non ha senso ridurre il numero delle giornate di caccia con l’obiettivo d’evitare i ricorsi, che arriveranno comunque; è invece necessario restare quanto più possibile aderenti alle indicazioni della legge nazionale sulla caccia, e motivare puntualmente le disposizioni che si discostano dal parere dell’Ispra.

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