Anticipata la chiusura della caccia a beccaccia e turdidi: il Tar ha in parte accolto il ricorso degli ambientalisti sul calendario venatorio delle Marche.
Anziché il 20, nelle Marche la caccia a beccaccia, cesena, tordo bottaccio e tordo sassello chiuderà il 10 gennaio: lo ha deciso il Tar (ordinanza 217/2023) accogliendo in parte il ricorso di Wwf, Lipu, Lac, Lav ed Enpa contro il calendario venatorio 2023/2024.
Salvo scelte diverse del Consiglio di Stato in caso d’appello, è una decisione definitiva come quella che dimezza le giornate integrative per la caccia alla migratoria nei mesi di ottobre e novembre (da due a una alla settimana): la discussione di merito è infatti in calendario per metà maggio.
In attesa dei risultati del piano di monitoraggio recentemente approvato, il Tar ritiene dunque non adeguatamente giustificata l’estensione del periodo di caccia alla beccaccia al 20 gennaio, «in sovrapposizione con la prima decade di migrazione secondo i key concept» (e il 10 gennaio come data di chiusura è comunque posteriore a quella proposta dall’Ispra, che chiedeva di fermarsi al 31 dicembre); motivazioni non convincenti neppure per la data di chiusura della caccia ai turdidi.
La giunta (e l’Arcicaccia che ha difeso il calendario in tribunale) non è però stata sconfitta su tutta la linea: sono infatti accettabili le motivazioni a supporto della caccia alla moretta e sui valichi montani; sulla caccia ad alzavola e germano reale il calendario è conforme al parere Ispra; e all’obbligo di localizzare le zone umide, nelle quali è vietato impiegare le munizioni in piombo, la Regione ha provveduto con un atto apposito.
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