Munizioni in piombo, le indicazioni delle associazioni venatorie

Munizioni in piombo, le indicazioni delle associazioni venatorie
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Anche se la circolare interministeriale attenua l’impatto del regolamento europeo, le associazioni venatorie suggeriscono d’evitare uso e possesso di munizioni in piombo in prossimità di qualsiasi zona umida.

Della circolare del governo Meloni «s’apprezzano spirito e finalità», ma per il modo in cui la normativa è strutturata restano ancora troppe le incertezze e dunque intatta le possibilità d’esporre i cacciatori a sanzioni penali per possesso o uso di munizioni in piombo nelle zone umide.

In vista dell’apertura (ma in alcune regioni si caccia già in preapertura) la cabina di regia del mondo venatorio (Federcaccia, Enalcaccia, Anuu-migratoristi, Libera Caccia, Italcaccia, Cncn e stavolta anche Arcicaccia) suggerisce dunque un approccio prudente, «che eviti in qualsiasi modo la possibilità di contenziosi».

È bene dunque evitare sempre l’uso e il possesso di munizioni in piombo «in presenza d’acqua d’origine sorgiva, palustre e d’irrigazione», in un raggio minimo di 100 metri.

L’analisi di Fidc Lombardia

In una nota l’avvocato Lorenzo Bertacchi, presidente della Federcaccia Lombardia, spiega perché nonostante quanto stabilito dai ministeri di Agricoltura e Ambiente sia opportuno mantenere la massima prudenza «almeno fino a quando non ci sia una zonizzazione chiara e indicazioni certe da parte delle Regioni»: a differenza delle direttive che devono essere recepite nell’ordinamento nazionale, i regolamenti europei (e quello sulle munizioni in piombo è un regolamento europeo) hanno efficacia di per sé; le circolari ministeriali non hanno invece valore di legge.

Sono dunque urgenti chiarimenti univoci da parte del governo, «da trasfondere in provvedimenti legislativi certi e vincolanti». Per Bertacchi i chiarimenti devono riguardare anche le sanzioni, che le istituzioni europee demandano ai Paesi membri; «senza sanzione specifica i tribunali potrebbero infatti provare ad applicare sanzioni relative all’uso di mezzi vietati o a fenomeni d’inquinamento». La via migliore potrebbe essere una modifica agli articoli 21 e 31 della legge 157/92, eventualmente anche con un decreto legge; il governo potrebbe così introdurvi una sanzione amministrativa in modo da rispettare il regolamento senza stabilire conseguenze penali per i cacciatori.

Nelle scorse ore era in programma un incontro ufficiale tra dirigenti delle associazioni venatorie nazionali e rappresentanti del governo; si spera che escano a breve indicazioni precise.

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