Le relazioni che intercorrono tra lepri e volpi sono complesse. È tuttavia di fondamentale importanza, ai fini di una proficua gestione faunistica e venatoria, conoscere quale ruolo svolgono le lepri nella dieta delle volpi.
Quante e quali lepri predano le volpi? Il nostro discorso comincia da qui, dall’importanza che le lepri possono rivestire nella dieta delle volpi. Dalle ricerche scientifiche condotte a questo riguardo, è stato visto che le lepri appaiono, in genere, contribuire in misura contenuta alla dieta delle volpi. In uno studio condotto in Polonia a metà degli anni Settanta, ad esempio, le lepri costituivano il 26% della dieta delle volpi, sebbene in un’altra area della stessa Polonia risultassero rappresentare, all’incirca negli stessi anni, il 46% del cibo annuale del canide.
La composizione della dieta delle volpi è stata analizzata, sempre in Polonia, esaminando gli alimenti rinvenuti negli stomaci di quelle abbattute. L’indagine si è svolta lungo un ampio arco di tempo, compreso tra il 1965 e il 2007. Durante questo stesso periodo, la popolazione di lepri oggetto dello studio è andata incontro ad un rovinoso declino. I dati derivanti da questi 42 anni sono stati inoltre suddivisi in quattro diversi periodi. Ciascuno dei quali era caratterizzato da un diverso livello di presenza delle lepri nella dieta delle volpi.
Occhio ai periodi di magra
Nel periodo 1965/66 – 1972/73, le lepri rappresentarono il 41,7% della dieta annua delle volpi. Tuttavia, nel periodo compreso tra 1979/80 e il 1990/91, la presenza delle lepri nella dieta delle volpi scese fino a rappresentare solo il 18,7%. Nei periodi tra il 1991/92 e il 2000/01, e tra il 2000/01 e il 2006/07, le lepri furono appena il 3,7% e il 4,2% della dieta delle volpi.
A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, quando le densità di lepri erano alte, le lepri e i piccoli roditori furono dunque le principali fonti di cibo per le volpi. Però, la marcata riduzione delle lepri avvenuta nei successivi decenni comportò anche una chiara diminuzione della loro presenza nelle pance delle volpi. Queste di pari passo rivolsero maggiormente le proprie attenzioni agli avanzi delle carcasse del bestiame macellato nelle fattorie presenti sul territorio.
Quante e quali lepri predano le volpi?
A una prima occhiata le cose appaiono scontate. Man mano che diminuì la popolazione di lepri scemò anche il numero di quelle predate dalle volpi. Elementare Watson! Tuttavia, mai limitarsi alle facili conclusioni. Infatti, se è vero che la presenza di lepri nella dieta delle volpi andò vistosamente diminuendo in corrispondenza della loro progressiva rarefazione, è anche vero che la percentuale delle lepri predate rispetto alle lepri presenti risultò comunque molto elevata.
La predazione delle volpi nei confronti delle lepri ebbe quindi un effetto maggiore quando le lepri erano poche e un effetto minore quando le lepri erano numerose. Di conseguenza, secondo il ricercatore polacco autore di questo studio, da tutto ciò discende una chiara indicazione gestionale. Se ci sono delle situazioni nelle quali è assolutamente importante contenere la predazione delle volpi nei confronti delle lepri, queste sono proprio quelle nelle quali le lepri sono molto poche.
Perdite ingenti
Ciò detto, occorre anche chiedersi quale incidenza possa avere la predazione delle volpi nei confronti della consistenza delle popolazioni di lepre. In via generale, la predazione delle volpi incide pesantemente sulle popolazioni di lepre.
Così, mentre in Polonia le perdite causate dalle volpi sono risultate negli anni Settanta comprese tra il 10 e il 23%, in Svezia, negli anni Ottanta, le volpi sono risultate aver consumato il 40% della produzione annuale di lepri, pur rappresentando queste stesse lepri appena il 3% della dieta di queste stesse volpi.
In Inghilterra, le lepri predate dalle volpi sono arrivate a rappresentare, negli anni Novanta, addirittura un valore tra il 76 e il 100% della produzione annuale. E proprio qui, in un ambiente agricolo con densità di volpi e di lepri non particolarmente elevate, la perdita di leprotti dovuta alla predazione esercitata dalle volpi è risultata elevata. Tanto elevata da limitare in misura talmente significativa la crescita di questa popolazione da poterne determinare un repentino declino.
Queste elevate perdite di giovani, infatti, se da una parte penalizzano fortemente lo sforzo riproduttivo degli adulti, dall’altra impediscono anche ai leprotti di crescere e arrivare vivi al momento della loro ipotetica riproduzione. Ma, attenzione! Mentre questa popolazione di lepri subiva un tale livello di perdite, queste lepri predate rappresentavano, nel loro insieme, solamente il 10% della dieta annuale delle volpi che le avevano mangiate.
Più facile nel bosco
Contrariamente a quanto si crede, le possibilità delle volpi di agguantare una lepre adulta e sana non sono certamente molte. In una ricerca condotta in Polonia, è stato stimato che le volpi fossero riuscite ad avere successo solo nel 7% circa di tutti i loro tentativi. Nella maggior parte dei casi, le volpi cacciano le lepri con un approccio furtivo mentre riposano o le catturano dopo un inseguimento relativamente breve.
I risultati di questo studio polacco suggeriscono che le volpi abbiano maggiori possibilità di catturare con successo le lepri nei boschi rispetto a quante ne abbiano nei campi aperti. Nella vegetazione alta possono avvicinarsi alla preda ed è anche possibile che una lepre perda il suo vantaggio in termini di velocità quando è costretta a scappare tra alberi e cespugli. Le volpi possono cacciare le lepri dentro i boschi anche durante il giorno, quando le lepri si riposano nei loro covi.
Quantificando la faccenda, secondo gli studiosi polacchi le volpi hanno successo nel 14% dei loro tentativi condotti all’interno del bosco. Risulta invece proficuo solo il 3% dei loro attacchi nei campi.
Leprotti nel mirino
Ci sono comunque molte prove che siano i leprotti le prede principali delle volpi. Ad esempio, in uno studio condotto in Polonia e basato sull’analisi dei contenuti stomacali delle volpi abbattute, sono stati distinti tre diversi tipi di taglia nelle lepri consumate dalle volpi: adulte (peso corporeo approssimativo quattro chili), subadulte (circa due chili) e giovani (circa 500 grammi).
Queste categorie sono state rintracciate negli stomaci delle volpi nelle seguenti proporzioni numeriche: 2:4:12. In altri termini, i leprotti sono andati a finire nella bocca delle volpi sei volte più facilmente delle lepri adulte. Non solo, ma a riprova della fragilità dei leprotti nei confronti delle volpi, è emerso che il consumo di lepri da parte delle volpi è stato del 43% in primavera, del 28% in inverno e tra il 12 e il 15% in estate-autunno.
Uccelli e mammiferi di taglia media
A convalida della propensione delle volpi nei riguardi dei leprotti, in un’altra ricerca, basata sull’analisi degli escrementi raccolti nelle tane delle volpi, è emerso che le volpi adulte nutrono i propri cuccioli quasi esclusivamente con prede di vertebrati aventi un peso compreso tra i 300 grammi e 3,5 chili. Piccoli mammiferi, come ad esempio topi e invertebrati, sono risultati scarsamente presenti nella dieta dei cuccioli in qualsiasi tana.
La dieta delle volpi è risultata composta prevalentemente da uccelli e mammiferi di taglia media durante il periodo compreso tra aprile e giugno, proprio quando le volpi adulte sono impegnate nell’allattamento e nello svezzamento dei propri piccoli. Anche altri ricercatori, analizzando i resti non ingeriti, hanno registrato una maggiore presenza di prede di medie dimensioni nelle tane dei cuccioli. In altre parole, sebbene la dieta degli adulti sia composta, in genere, da piccole prede, come ad esempio roditori e invertebrati, durante la stagione dello svezzamento dei volpacchiotti necessita di prede più sostanziose in grado realmente di sfamarli.
In conclusione, le prede più idonee per lo svezzamento dei volpacchiotti possono essere anche le lepri adulte, ma data la loro maggiore abbondanza e soprattutto la loro maggiore facilità di cattura è chiaro che i leprotti sono di gran lunga i soggetti ideali per fornire carne ideale per la crescita dei volpacchiotti.
Meno lepri più volpi
Anche una recente ricerca condotta in Francia tra il 2006 e il 2012 dall’Office nationale de la chasse et de la faune sauvage (oggi Office français de la biodiversité), in collaborazione con la Federation départemental de la chasse dell’Aube e della Champagne-Ardenne, ha evidenziato come la percentuale di giovani lepri diminuisca nei carnieri di caccia all’aumentare della densità delle volpi.
Gli stessi ricercatori francesi ritengono che la predazione delle volpi sia indirizzata verso i leprotti di pochi giorni o qualche settimana, ma anche dei giovani di tra i quattro e i sei mesi di età, allorché tendono ad allontanarsi dal loro sito di nascita.
Quale rapporto tra caccia, volpi e lepri?
Per quanto riguarda le lepri, tra cacciatori e volpi, in quanto predatori, c’è una sostanziale differenza. Le volpi operano, per così dire, per tutto l’anno e in particolare durante la stagione riproduttiva delle lepri, mentre i cacciatori ne posticipano il prelievo sostanzialmente al termine della riproduzione. Quindi, dal momento che le volpi prelevano la produzione di lepri in un’epoca precoce, sono considerate, rispetto ai cacciatori, delle concorrenti superiori, ma anche delle sfruttatrici meno efficienti.
È stato calcolato, da ricercatori inglesi, che le volpi, nel caso in cui arrivino a consumare una rilevante percentuale della produzione di leprotti, non lascino di fatto alcun effettivo surplus per i cacciatori. Viceversa, nel caso in cui non ci fosse la predazione della volpe, calcolano i medesimi studiosi inglesi, le popolazioni di lepri potrebbero consentire un prelievo venatorio più che soddisfacente.
L’impatto della caccia
In un’area di studio della Svezia, i ricercatori hanno valutato che la percentuale di lepri prese dai predatori naturali era pari al 38% della popolazione, di gran lunga superiore alla quota del 6% prelevata dai cacciatori. Per inciso, in questa medesima area svedese, le volpi con il 35% e i gatti con il 49%, sono risultati i predatori predominanti sulle lepri, mentre il restante 16% è stato appannaggio di altri predatori. Tra questi, puzzola, poiana e allocco sono risultati predatori poco importanti, mentre ermellino, tasso e gufo comune sono risultati solo predatori occasionali.
Infine, essendo risultata la taglia media delle lepri predate dai gatti inferiore a quella delle lepri predate dalle volpi, in termini numerici, la predazione dei gatti ha superato quella delle volpi. Al contrario, in termini di peso, la quantità di carne di lepre mangiata dalle volpi è risultata superiore a quella divorata dai gatti.
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