Il consiglio regionale dell’Abruzzo ha respinto l’emendamento dem alla legge che definisce i criteri di rappresentanza dei cacciatori negli Atc; l’Arcicaccia ha comunque apprezzato il tentativo.
Il Partito democratico ha provato a modificare la legge che da qualche mese ridefinisce i criteri di rappresentanza dei cacciatori negli Atc abruzzesi premiando le associazioni più grandi a scapito di quelle medie e piccole, ma nonostante il voto favorevole d’uno spicchio della maggioranza il consiglio regionale ha respinto l’emendamento firmato dall’ex assessore Dino Pepe; almeno fino al 13 dicembre, data in cui il Tar discuterà il ricorso dell’Arcicaccia, la legge 11/23 resterà dunque in vigore per intero.
Nonostante la sconfitta l’Arcicaccia ha apprezzato «il tentativo di raccogliere le sollecitazioni nostre e delle altre associazioni venatorie»; come lei infatti Enalcaccia, Libera Caccia e Italcaccia «hanno promosso il ricorso contro l’atteggiamento arrogante e prevaricatore della giunta e della Federcaccia» definita addirittura «nemica del dialogo e del confronto».
Nei prossimi cinque mesi e mezzo l’Arcicaccia costituirà una piattaforma con le altre associazioni venatorie «per sensibilizzare i cacciatori di tutta l’Italia»; sbaglia infatti chi la ritiene una questione soltanto regionale.
Giunti a questo punto per l’Arcicaccia l’unità del mondo venatorio si raggiunge solamente aggregando «dal basso tutti i cacciatori»; l’obiettivo è combattere «la politica che vuole occupare le associazioni con la benedizione della Federcaccia».
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