La Commissione europea invita la Francia a vietare le cacce tradizionali che non impiegano metodi selettivi.
In buona parte quelle note come cacce tradizionali non impiegano metodi selettivi; sono dunque vietate dalla Direttiva uccelli cui è bene che la Francia s’adegui alla svelta. È precisa la richiesta della Commissione europea che contesta l’autorizzazione a impiegare le reti e le trappole per catturare allodole, columbidi e tortore e le sostanze collanti per i tordi. Le deroghe alla normativa comunitaria sono possibili solo in presenza di condizioni rigorose, non soddisfatte; per molte delle specie interessate si registra infatti uno stato di conservazione non adeguato, se non un forte declino; ed è concreto il rischio di catturare specie protette come ortolani e cardellini.
Il governo francese ha ora a disposizione due mesi di tempo per rispondere e adottare le misure necessarie; se non lo farà, la Commissione europea potrà ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione europea. In discussione ci sono anche la possibile riapertura della caccia primaverile all’oca selvatica, «sistematicamente autorizzata o tollerata in passato in violazione della direttiva», e le mancate comunicazioni sull’esercizio delle deroghe.
La Fédération nationale des chasseur ha subito reagito allarmata: la posizione della Commissione europea configura un attacco al patrimonio rurale e «mette consapevolmente in pericolo le tradizioni di milioni di persone».
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