L’Yildiz Spz Sm ha dalla sua un notevole rapporto qualità-prezzo: offre semplicità costruttiva abbinata a materiali robusti, con il fascino della livrea nera.
L’Yildiz Spz è una famiglia di fucili sovrapposti presente da molti anni sul mercato e particolarmente articolata, visto che comprende modelli in calibro 12 e 20, ma anche in 28 e .410. Tutti i fucili hanno canne con lunghezze che variamo dai 61 ai 76 centimetri e sono camerati magnum (camera di scoppio da 76 millimetri), eccezion fatta per il calibro 28, ancora non adeguato a quelle che sono le ultime tendenze del mercato americano ed europeo.
I nove modelli in 28, disponibili in Italia grazie all’importatore Paganini di Torino, si differenziano per la finitura della bascula, la lunghezza di canna e gli estrattori (manuali o automatici). Il protagonista della nostra prova è l’Spz Sm, cioè il modello con bascula in ergal anodizzata nera, estrattori manuali e lunghezza di canna di 71 centimetri.
Primo contatto
Il fucile è consegnato in una scatola di cartone colorata (mettete in conto la spesa per una valigetta o un fodero per il trasporto), al cui interno troviamo anche il set di strozzatori (tre più i due già montati sulle canne), il manuale d’uso e un foglio a cura di Paganini con le istruzioni di primo utilizzo in italiano, molto chiaro e a prova di errore.
C’è anche un certificato che accompagna sempre i prodotti della Casa turca, con la sigla dell’addetto, segno che il controllo di qualità è una fase importante nella filiera produttiva dell’azienda turca.
La bascula è in Ergal 7075 di tipo aeronautico ed è anodizzata nera. Una livrea total black piacevole, interrotta solo dalle scritte presenti sulla sinistra della canna superiore, dove si trovano indicati modello, produttore e anno di produzione. Il nome dell’azienda turca – Yildiz Silah Sanayi – compare anche sul petto di bascula.
Il nostro sovrapposto monta un monogrilletto selettivo che si trova all’interno di una guardia ampia, utilizzabile anche con i guanti indossati. Il grilletto, piatto e liscio, si raggiunge bene con la falange dell’indice.
Sicura verde
La codetta di bascula, secondo consuetudine Yildiz, è leggermente fuori dagli schemi classici. Il cursore della sicura è di piccole dimensioni e si aziona grazie a una protuberanza a forma di semisfera zigrinata. L’azionamento del cursore è piuttosto agevole. Per cambiare l’ordine di sparo delle canne bisogna passare dalla sicura: quando è inserita compare una piccola S di colore verde, mentre quando l’arma è pronta allo sparo si vede un piccolo pallino di colore rosso.
L’utilizzo del cursore è quello naturale (spingendolo all’indietro sulla codetta si inserisce la sicura), ma in genere il colore rosso è associato allo stop e il verde al via libera: è necessario farci l’abitudine per modificare i nostri parametri.
Non vi sono indicazioni sulla canna selezionata, ma quando il cursore è posizionato leggermente decentrato a destra spara per prima la canna inferiore (prima canna) e quando è leggermente decentrato a sinistra, spara per prima la seconda canna (canna superiore). La chiave di apertura presenta una palmetta zigrinata su entrambi i lati ed è ben manovrabile. Il numero di matricola dell’arma appare quando azioniamo la chiave per aprire il basculante.
Calciatura in noce
Tra i punti di forza del fucile turco c’è il legno, un noce caucasico assolutamente gradevole e dalla tonalità calda. È un piacere constatare che anche su un fucile entry-level sia possibile vedere un calcio in noce finito a olio e con belle venature. L’astina, anch’essa gradevole, presenta una forma a becco d’oca adeguata alle minute forme di questo calibro 28, in grado di ingentilire sempre un’arma, specialmente se da caccia. Lo sgancio dell’astina è affidato a un comando ad auget di forma tradizionale.
L’impugnatura è a pistola, piuttosto aperta e uno zigrino laserato, con forme classiche e grippante il giusto. Il calciolo è in gomma piena, scelta razionale viste le caratteristiche dell’arma. Sul calciolo, sulla parte che va a contatto con la spalla del cacciatore, è visibile lo stemma aziendale della Yildiz.
Canne e meccanica
L’Yildiz Spz Sm presenta una chiusura che ricalca quella tradizionale gardonese, con un robusto tassello basso che s’impegna sui ramponi del monobloc, non passanti il fondo di bascula. Le dimensioni complessive della bascula restano minute e compatte, ma robuste: la zona fra i percussori è protetta da una piastrina in acciaio (fissata da una brutta vite a croce) che assolve allo scopo d’irrobustire la zona dell’ergal più soggetta alla corrosione (eventuale) derivante dal processo di sparo (innesco-polvere delle cartucce).
La bascula all’interno è rifinita piuttosto bene; il monobloc è semplice, non finito a bastoncino (che rappresenta soltanto una finitura decorativa, non essenziale al funzionamento dell’arma): la zona dove le canne sono innestate si percepisce bene, dato il cordoncino di saldatura.
Le canne, realizzate in acciaio 4140, lunghe 28” (71 centimetri), sono cromate internamente e sono unite soltanto nei pressi del monobloc e della volata. La bindella superiore da sette millimetri di larghezza è ventilata, ma a ponticelli stretti, e rabescata anti riflesso; termina con un mirino sferico in ottone, piuttosto classico.
Gli strozzatori, lunghi circa quattro centimetri, sono cinque, per soddisfare tutte le esigenze venatorie; la loro chiave per il montaggio-smontaggio è in metallo e dispone di un piccolo foro per il passaggio di un cordino, così da non perdere il prezioso accessorio nel momento del bisogno. Messo sulla bilancia, il nostro Yildiz ha dimostrato di essere anche leggero: solo 2.673 grammi.
Al tiro a volo
Siamo andati con il nostro Yildiz al Tav di Fagnano Olona, affrontando il percorso di caccia, in versione Compak. Ricordiamo che è una disciplina nata per portare i cacciatori in pedana: si devono ingaggiare un’ampia varietà di piattelli affrontando schemi di lancio non sempre prevedibili, con piattelli che simulano il volo e i movimenti in corsa delle principali specie di selvaggina.
Premesso che la corporatura di chi scrive non era esattamente adatta alle dimensioni della calciatura del fucile, la prova è risultata soddisfacente. L’Spz Sm in calibro 28 ha digerito senza patemi d’animo le cartucce commerciali di Cheddite con 24 grammi di piombo numero sette e mezzo. Quanto agli estrattori manuali, in pedana qualcuno preferirà quelli automatici, ma a caccia, quando lo sparo è solo l’ultimo passaggio di una lunga azione, l’estrarre i bossoli fumanti dalle canne è ancora un rito per molti.
L’unico appunto che potremmo fare è forse nella leggerezza dell’arma che, dopo qualche decina di colpi sparati in pochi minuti, può affaticare la spalla del tiratore. Ma bisogna precisare che l’Yildiz non nasce per affrontare il lavoro in pedana (la Casa turca ha a listino modelli ad hoc), ma per accompagnare il cacciatore per molte ore durante le cacciate: in quel frangente la leggerezza è un plus non indifferente.
Yildiz Spz Sm in breve
- Produttore: Yildiz Silah Sanayi, Turchia
- Importatore: Paganini, Torino
- Modello: Spz-SM 28
- Calibro: 28
- Camera di cartuccia: 70 mm (2 e ¾”)
- Tipologia d’arma: sovrapposto da caccia
- Sistema di chiusura: a tassello basso su ramponi non passanti il fondo di bascula
- Bascula: in lega leggera (ergal 7075) con finitura anodizzata
- Canne: acciaio 4140
- Lunghezza canne: 71 cm (28”)
- Grilletto: monogrilletto selettivo
- Strozzatori: interni, da 4 cm di lunghezza, cinque in dotazione
- Bindella: da 7 mm, rabescata antiriflesso e ventilata a ponticelli stretti
- Mirino: sferico in ottone
- Sicura: a cursore sulla codetta con comando per l’inversione dei cani
- Calciatura: legno di noce turco; calciolo in gomma piena
- Peso: 2.673 g
- Classificazione: arma da caccia (codice 12_01403c)
- Prezzo: 666 euro (indicativo)
L’articolo completo anche della prova di rosata è stato pubblicato sulla rivista Beccacce che Passione numero 5 2022. Se te lo sei perso, puoi acquistare il numero a questo link. Seguici sulla nostra pagina Facebook.