Peste suina africana: quattro deputati leghisti, in testa Francesco Bruzzone, chiedono al governo d’intervenire nella controversia sull’autoconsumo delle carni di cinghiale.
Non c’è logica «sanitaria o giuridica» nella decisione di vietare il consumo della carne dei cinghiali risultati negativi ai controlli per la peste suina africana. Pertanto con un’interrogazione ai ministri Schillaci (Salute) e Lollobrigida (Agricoltura e sovranità alimentare) il deputato leghista Francesco Bruzzone chiede al governo di ripristinare l’autorizzazione all’autoconsumo; se come in alcune zone della Liguria lo si vieta, non s’invogliano i cacciatori a intervenire. Ma ostacolarne l’azione genera «un danno enorme sia per l’economia sia per la sicurezza, oltre a un rischio evidente» che la malattia si diffonda.
Per Bruzzone e i colleghi Carloni, Bergamini e Pierro che firmano con lui l’interrogazione in buona parte del territorio interessato non s’è avviato alcun significativo intervento di depopolamento del cinghiale, «probabilmente nella vana speranza che nella zona di restrizione II i cinghiali morissero da soli per contagio»; ma non può essere una strategia efficace, occorre intervenire rapidamente.
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