Il Tar ha respinto il ricorso di Wwf, Lipu, Lac e Lav sul calendario venatorio delle Marche 2022/2023.
La preapertura ormai è andata, ma il gran lavoro degli uffici e dei tecnici ha salvato il calendario venatorio delle Marche 2022/2023; il Tar (ordinanza 343/2022) ha infatti respinto il ricorso cautelare di Wwf, Lipu, Lac e Lav e fissato la camera di consiglio all’11 gennaio, quando la stagione sarà prossima alla conclusione.
Sulle date di apertura e chiusura non è vero che la Regione ha preso in considerazione dati più vecchi rispetto a quelli dell’Ispra; ci si trova semplicemente davanti a due diverse valutazioni di merito sui nuovi key concept, e «in assenza di vizi palesi prevale la posizione dell’amministrazione».
Sul combattente il parere dell’Ispra è generico, puntuali invece le motivazioni della Regione che se ne discosta; e il dato numerico riportato nel ricorso (100-200 esemplari) «è estrapolato ad arte dall’Atlante della migrazione degli uccelli e non rappresenta la popolazione residente in Italia nella stagione venatoria».
Neppure la siccità ha un’incidenza tale da imporre una modifica del calendario; e in presenza d’incendi più che la Regione deve attivarsi il singolo cacciatore, tenuto a informarsi dai carabinieri forestali sulla liceità di cacciare in un terreno specifico. Il Tar salva infine il calendario venatorio anche sulle giornate aggiuntive per la caccia alla migratoria: come richiesto dall’Ispra, la Regione è infatti pronta a elaborare una diversa aggregazione dei dati sulle specie cacciabili.
Respinto anche il ricorso sulla caccia in deroga a storno, piccione di città e tortora dal collare; il Tar ritiene infatti che Wwf, Lipu, Lac e Lav «non abbiano ben compreso come funzioni concretamente il meccanismo sperimentale di monitoraggio dei prelievi» che consente di tenere la situazione sotto controllo in tempi rapidissimi.
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