Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato una mozione che impegna la giunta a favorire un accordo sul decreto sul cinghiale.
La crisi di governo ha interrotto l’iter del decreto sul cinghiale già rallentato dalle difficoltà di trovare un accordo tra i ministeri coinvolti; per il consiglio regionale dell’Umbria c’è però ancora margine per ricucire e soprattutto trovare una sintesi politica che consenta di giungere all’approvazione nonostante la fine anticipata della legislatura e la campagna elettorale in corso.
Va in questo senso la mozione che, approvata a maggioranza, impegna la giunta Tesei a lavorare in Conferenza Stato-Regioni per favorire «il confronto sulla revisione della legge 157/92», la legge quadro sulla caccia; modificarla è fondamentale per «trovare soluzione a tutte le problematiche legate al proliferare della fauna selvatica».
Presentata da tre consiglieri della maggioranza di centrodestra, la mozione invita la giunta a spingere per far ampliare la durata della stagione della braccata; solo così si può compensare la riduzione del numero dei cacciatori, che a oggi in Umbria sono circa 10.000.
Curiosamente il cinghiale e l’Umbria erano già stati al centro della discussione nelle ultime ore; è infatti recentissima la sentenza del Tar sul divieto di foraggiamento per la caccia di selezione.
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