Coldiretti: per evitare che il virus della peste suina africana si diffonda è necessario ridurre il numero dei cinghiali in tutto il territorio nazionale.
I 2.300.000 cinghiali presenti in Italia costituiscono un pericolo per la sicurezza dei cittadini e l’agricoltura e rischiano di diffondere il virus della peste suina africana all’esterno delle zone infette; per la Coldiretti è dunque necessario un piano nazionale d’abbattimento che ne riduca il numero in tutte le regioni. Il presidente nazionale Ettore Prandini ritiene non più rinviabile «un intervento immediato e capillare di contenimento lungo tutto il territorio nazionale»; per attuarlo sarà necessario mettere insieme caccia, controllo faunistico e interventi nelle aree protette.
L’opinione pubblica condivide. Secondo il sondaggio Coldiretti / Ixè l’81% degli italiani pensa che la situazione debba essere affrontata ricorrendo agli abbattimenti, da affidare a personale specializzato.
Per la Coldiretti l’emergenza sanitaria ha un responsabile preciso, la mancata azione preventiva che ha portato a 10.000 il numero dei cinghiali nella sola città di Roma; è elevato il rischio che dal Lazio il virus si diffonda nelle regioni limitrofe, cardine della norcineria nazionale che tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione impiega 100.000 addetti e ogni anno fattura 20 miliardi.
E la psa non è l’unico problema legato alla diffusione del cinghiale in Italia. Sulla base dei dati Aci-Istat, la Coldiretti ha stimato che negli ultimi dieci anni il numero di incidenti stradali sia aumentato dell’81%.
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