La Regione Lazio ha assunto i primi provvedimenti per evitare la diffusione della peste suina africana a Roma.
Nella zona rossa entrano in vigore misure di sorveglianza passiva rafforzata cui si aggiunge il campionamento dei cinghiali moribondi e delle carcasse, da smaltire secondo le procedure di massima biosicurezza: lo stabilisce l’ordinanza che Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha firmato dopo il caso di peste suina africana a Roma.
Compresa tra il Grande raccordo anulare e il Tevere, la zona rossa si estende a sud-ovest fino a via di Boccea (confini meridionali: circonvallazione Clodia, via Cipro, via di San Tommaso d’Aquino, via Arturo Labriola, via Simone Simoni, via Pietro de Cristofaro, via Baldo degli Ubaldi; nel suo perimetro rientrano anche settori dei Parchi Insugherata, Veio e Pineto e della riserva di Monte Mario). Al suo interno è vietato avvicinarsi e dar da mangiare ai cinghiali e organizzare eventi, compresi i pic-nic, all’aperto e nelle aree agricole naturali; uscendone bisogna inoltre procedere alla disinfezione delle scarpe. La Regione ha inoltre disposto di recintare i cassonetti della spazzatura, per evitare che fungano da fattore attrattivo per i cinghiali.
Il territorio della Asl Roma 1 a ovest del Tevere è classificato come zona d’attenzione, nella quale procedere alla ricerca attiva delle carcasse dei cinghiali; gli enti che gestiscono i Parchi devono chiudere i varchi d’accesso alla zona rossa. La Regione ribadisce infine il divieto di foraggiare maiali e cinghiali e di andare a caccia nel perimetro delimitato dal raccordo anulare. Per la segnalazione dei casi sospetti è attivo il numero verde 803 555.
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