L’Acma contesta l’impianto su cui la giunta regionale basa il calendario venatorio dell’Emilia Romagna per la stagione 2022/2023.
È «assurdamente restrittivo e penalizzante», sostenuto da argomentazioni discutibili e privo di dati scientifici a supporto: l’Acma di Ravenna critica ferocemente l’impianto su cui la giunta regionale basa il prossimo calendario venatorio dell’Emilia Romagna. Sulla bozza era già esplosa la polemica politica: per protesta la Lega aveva abbandonato i lavori della commissione consiliare chiamata a discuterla.
Come aveva già fatto un paio di settimane fa, l’Acma torna innanzitutto a chiedere di tenere la caccia a tordo sassello, cesena e germano reale aperta fino al 30 gennaio; considerato che anche così la stagione è già più breve rispetto ai Paesi confinanti, una riduzione ulteriore sarebbe inaccettabile.
Ma le proteste principali riguardano la caccia agli acquatici. Per l’Acma l’Emilia Romagna deve chiedere all’Ispra di esprimersi su moretta e combattente, così da poterli inserire nel calendario venatorio 2022/2023; redigere un piano di gestione regionale per la pavoncella; sollecitare governo e Ispra ad approvare il piano di gestione del moriglione. L’Acma infatti non intende più accettare ulteriori sacrifici in nome del compromesso politico.
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