Caccia Magazine n.5 maggio 2022: i cacciatori rispondano presente
Caccia Magazine n.5 maggio 2022: l’editoriale – La copertina di questo numero di Caccia magazine è dedicata all’iniziativa Operazione Paladini del territorio, promossa da Fondazione Una (Uomo natura ambiente) che, dopo due anni di stop a causa della pandemia, dal 21 al 29 maggio torna a coinvolgere migliaia di cacciatori e cittadini in tutta Italia, chiamati a fornire un contributo concreto alla difesa dell’ambiente e alla tutela della biodiversità. Quella operata dalla nostra testata è una scelta forte, che marca il nostro chiaro appoggio al progetto sostenuto e promosso da Fondazione Una e dalle associazioni venatorie che aderiscono.
Quest’iniziativa non vuole limitarsi a scattare qualche foto una settimana all’anno a cacciatori armati di rastrello e ramazza; dev’essere intesa come un gesto dal forte valore simbolico in un progetto più ambizioso, che ha come missione quella di far emergere una figura di cacciatore più moderna, aggiornata, al passo con i tempi che cambiano e che mettono i cacciatori stessi davanti a sfide decisive e non più rimandabili. E i cacciatori, come testimoniano le passate edizioni pre-covid, rispondono presente, partecipando all’iniziativa in decine di migliaia e dimostrando all’opinione pubblica senso di responsabilità; l’occhio poco attento o, peggio, accecato dall’avversione ideologica accetta (malvolentieri?) di riconoscere soltanto in queste occasioni.
Una scelta precisa
L’immagine forte che trasmette la foto e tutta l’iniziativa è quella del cacciatore che si adopera nella fondamentale opera di manutenzione del territorio. Ma il messaggio è più articolato: il cacciatore è la prima sentinella che opera sul territorio; svolge questo ruolo dodici mesi all’anno, a caccia aperta, ma soprattutto a stagione chiusa; la sua meticolosa presenza si traduce in sorveglianza, ma anche in capacità di intervento in situazioni critiche. È il caso degli incendi, fenomeno che in un Paese fragile come l’Italia si trasforma spesso in vera e propria calamità in grado di cancellare interi paesaggi; molti (non cacciatori) ne prendono coscienza soltanto nel momento dell’emergenza. È il caso di altri allarmi, come quello recentissimo della peste suina africana; qui alla figura del cacciatore sono le stesse istituzioni pubbliche a riconoscere un ruolo di utilità per la collettività. Il suo intervento viene addirittura evocato come soluzione al problema.
Perché tutelare gli equilibri naturali di flora e fauna non è soltanto un dovere civico, ma anche un investimento per il cacciatore che legittimamente e a pieno titolo potrà successivamente riscuoterne gli interessi attraverso un prelievo sostenibile, attività di rispristino e pulizia del territorio, segnalazione di situazioni di degrado. La corretta conservazione della natura deve essere assunta da ogni cacciatore come un impegno primario; la lotta all’inquinamento è un problema che si può provare a risolvere soltanto con il contributo fattivo di tutti, cacciatori compresi. Se ne facciano una ragione coloro che vorrebbero vederci estinti.