Il ministero della Salute definisce le procedure per contenere la diffusione della peste suina africana in Italia.
Misure stringenti per la zona infetta e una sorveglianza particolare per l’area che ricade nei dieci chilometri circostanti, indicazioni meno specifiche per il resto del territorio nazionale: la circolare del ministero della Salute, Direzione sanità animale e farmaci veterinari, definisce le procedure per contenere la diffusione della peste suina africana in Italia.
Nella zona infetta la caccia è sospesa, e si sapeva; perché la caccia di selezione possa esser autorizzata in deroga c’è bisogno di un protocollo che contenga specifiche istruzioni di biosicurezza. Nel frattempo bisogna procedere con la ricerca attiva delle carcasse dai confini della zona infetta fino al centro; per smaltirle, anche quelle degli animali moribondi abbattuti in loco, bisogna seguire il manuale delle emergenze. In caso di recupero di suini in difficoltà, i Cras hanno l’obbligo d’informare preventivamente i servizi territoriali.
Dalla zona infetta non possono uscire carne, prodotti a base di carne, trofei e qualunque altro prodotto ottenuto da suini selvatici, cacciati o macellati; confini sigillati, in entrata e in uscita salvo deroghe, anche per i suini d’allevamento (e le loro carni) che all’interno della zona possono essere movimentati solo per la macellazione. I cui tempi sono peraltro ben definiti: immediata per gli allevamenti bradi, semibradi, misti (maiali, cinghiali, ibridi) e familiari; da programmare rapidamente per gli allevamenti commerciali (e divieto di ripopolamento in vigore per sei mesi).
E fuori dalla zona infetta?
Nell’area confinante, entro un raggio di dieci chilometri dalla zona infetta, è necessario rafforzare la sorveglianza anche avviando le operazioni di ricerca attiva delle carcasse; la caccia deve limitare al massimo il disturbo ai cinghiali, così da ridurne la mobilità, e in alcune forme (vagante con cane, braccata, girata, controllo faunistico collettivo) può essere sospesa. Al rafforzamento delle misure di biosicurezza negli allevamenti si affianca la macellazione tempestiva nelle strutture familiari. È infine vietato sia far uscire i suini dalla zona buffer sia movimentare i cinghiali catturati in aree protette e istituti faunistici; l’ultima è peraltro una misura da applicare nell’intero territorio nazionale, insieme al censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini e all’obbligo di recintare tutti gli allevamenti semibradi.
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