Dopo i casi di peste suina africana nel nord-ovest, il ministero dell’Agricoltura chiede alle associazioni venatorie di sensibilizzare i cacciatori dai quali si attende anche un contributo attivo.
Sul contenimento della peste suina africana sarà cruciale il ruolo delle associazioni venatorie, che dovranno sensibilizzare i cacciatori di tutta Italia raccomandando “il rispetto scrupoloso delle misure di biosicurezza da tenersi in occasione dell’attività venatoria”. A esprimersi così è il ministero dell’Agricoltura, il contenuto della cui nota è stato diffuso dalla Federcaccia.
Alle associazioni venatorie si suggerisce di organizzare specifici corsi formativi su smaltimento dei visceri, contaminazione ambientale e impiego dei cani a caccia. Dai cacciatori ci si attende anche un supporto attivo nella ricerca delle carcasse e nella raccolta dei dati sui cinghiali abbattuti.
Qui converge la posizione del presidente nazionale Fidc Massimo Buconi, secondo cui l’opera di sensibilizzazione non è sufficiente. “Il mondo venatorio deve essere coinvolto al più presto” si legge nel comunicato della Federcaccia; i cacciatori non attendono altro che indicazioni precise per “un impiego operativo che serva concretamente da argine alla diffusione del virus”. È la via più breve per uscire rapidamente “dallo stato di emergenza e tornare alla normale attività”.
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