Dopo il caso di peste suina africana rilevato a Ovada, la Regione Piemonte ha invitato i sindaci dei territori interessati a vietare la caccia.
Nelle prossime ore il ministero della Salute emanerà un’ordinanza con l’elenco dettagliato dei comuni in zona rossa (sempre le stesse procedure, sì) e le misure da attuare per contenere la diffusione della peste suina africana dopo la positività rilevata a Ovada; nel frattempo la Regione Piemonte ha invitato i sindaci dei territori interessati “a vietare l’esercizio venatorio a tutte le specie”. Per definire i confini della zona colpita si terranno di conto “la continuità dell’areale di distribuzione del cinghiale e la presenza di barriere naturali o artificiali che possano ridurre il contatto tra popolazione infetta e indenne”.
In una nota congiunta Alberto Cirio e Marco Protopapa, presidente della giunta e assessore regionale all’Agricoltura, chiedono però un altro intervento da Roma. Adesso, scrivono, è ancora più evidente la necessità di riformare la legge 157/92 “per adeguarla alle [nuove] esigenze” del territorio; le norme attuali, soprattutto quelle che regolano il controllo faunistico, non consentono più “di contrastare la proliferazione dei cinghiali”.
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