In uno studio pubblicato su Euractiv l’European Shooting Sports Forum analizza l’impatto socioeconomico dell’eventuale divieto di usare munizioni in piombo.
Fino a 4 miliardi di euro e 16.000 posti di lavoro persi, cui aggiungere una maggior spesa pubblica per welfare pari a 1 miliardo e 400.000 euro: se le istituzioni europee lo imporranno senza prevedere un periodo di transizione adeguato, il divieto di usare munizioni in piombo in Europa rischia di avere conseguenze pesantissime sull’industria e l’indotto.
Lo sostiene l’European Shooting Sports Forum che nello studio pubblicato su Euractiv quantifica anche la durata di un periodo di transizione adeguato: non meno di dieci anni. Se il divieto entrerà in vigore prima, solo le aziende più grandi ne reggeranno l’urto. Le altre, soprattutto quelle medio-piccole e che vendono esclusivamente sul mercato europeo, rischiano di esserne travolte; si teme la chiusura definitiva di oltre metà settore, e del 20% dell’indotto.
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche sembra dunque aver sottovalutato l’impatto del divieto sull’economia e sulla società europea. È probabile che la sottostima nasca anche dall’ignorare che le performance di una munizione sono dovute a tutte le componenti; e se si cambia una parte è necessario reingegnerizzare l’intera unità. L’eventuale decisione di vietare le munizioni in piombo in Europa interesserà dieci milioni di utilizzatori, che ogni anno spendono fino a 20 miliardi di euro.
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