“Impasto di retorica arcaica ed ecologia”: c’è spazio per una descrizione centrata dei cacciatori nella rubrica delle lettere di Repubblica di mercoledì 24 novembre.
Fa un po’ di confusione tra caccia e controllo faunistico tirando in mezzo i mufloni del Giglio, però con lo spirito giusto: “impasto consapevole di retorica arcaica e di ecologia”, così Francesco Merlo descrive i cacciatori nella rubrica delle lettere di Repubblica di mercoledì 24 novembre. Merlo ricorda che “gli animali veri non hanno nulla a che fare con le fiabe e con l’antropomorfismo”; e che la realtà è ben lontana da un’altra retorica, quella per la quale “la natura [è] buona e l’uomo cattivo”.
Quando non sono gestite, le specie selvatiche provocano “danni gravissimi” e più che all’universo disneyano sono accomunabili “alle cavallette e alle locuste dei disastri ecologici”. Ecco perché Merlo si dice felice di convivere con i cacciatori, tutt’altro che “fanatici della libera sparata”.
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