Luigi Boitani, ordinario di Zoologia alla Sapienza, spiega perché l’eradicazione dei mufloni dal Giglio sia un intervento di buona conservazione.
Nell’Italia peninsulare è una specie aliena, e dunque causa di squilibri dannosi per le specie autoctone: ecco perché l’eradicazione dei mufloni dal Giglio è una procedura di buona gestione del territorio. Lo spiega su Repubblica Luigi Boitani, ordinario di Zoologia alla Sapienza, che interviene nel dibattito pubblico sulla decisione del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano.
Boitani sottolinea che la rimozione di qualche decina di mufloni è “un intervento di conservazione”; provocando l’estinzione di alcune specie e il degrado di habitat protetti, la loro presenza ha infatti un effetto dirompente sia sulla vegetazione sia sugli ecosistemi. Chi sostiene una posizione diversa oscilla tra una lettura distorta della realtà e il tentativo di forzare l’opinione pubblica lungo una strada antiscientifica. C’è spazio anche per un paio di pizzicotti ai cacciatori, soprattutto per le loro passate responsabilità nelle immissioni a fini venatori.
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