Il presidente nazionale Massimo Buconi e l’Ufficio studi e ricerche della Federcaccia criticano le indicazioni dell’Ispra sulla stagione venatoria.
«Si possono chiedere sacrifici solo dopo aver fatto tutto il possibile» nella gestione del territorio: il presidente nazionale Federcaccia Massimo Buconi commenta così le ultime indicazioni dell’Ispra sulla stagione venatoria 2021/2022. E dunque è necessario che prima di suggerire di accorciare la stagione l’Ispra prevenga e se possibile risolva le criticità gestionali che piagano il territorio; l’idea che per trovare una soluzione «sia sufficiente chiudere la caccia» a Buconi «sembra solo un modo di lavarsi la coscienza».
Le dichiarazioni di Buconi accompagnano il documento dell’Ufficio studi e ricerche della Federcaccia che critica vari passaggi della nota Ispra. La contestazione principale riguarda «l’assoluta assenza di casi documentati, parametri demografici, indicatori o altri dati biologici oggettivamente comprovati e valutabili». Ha poi poco senso (anzi: «lascia sconcertati») l’indicazione di non consentire la caccia da appostamento a settembre; per l’Ispra infatti a settembre non è opportuno esercitare neppure la caccia in forma vagante. La sua posizione dunque «in realtà consiste in una richiesta di divieto totale di caccia».
Non è condivisibile neppure l’idea di posticipare a ottobre l’avvio della stagione di caccia agli acquatici: si tratta infatti «di uccelli migratori, in grado di spostarsi se le condizioni non sono idonee». L’Ispra inoltre «dimentica il contributo fondamentale dei chiari da caccia e delle aziende faunistico-venatorie nell’offerta di habitat umido».
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