Non è targato made in Italy, ma il sovrapposto Yildiz SPZ-M non disattende le aspettative dei cacciatori italiani. Lo abbiamo provato nell’accattivante versione in calibro 28.
Facciamo l’unboxing della confezione in cartone e non restiamo delusi alla prima occhiata. Ecco davanti a noi l’Yildiz SPZ-M 28, un sovrapposto dalle buone fattezze e piuttosto aggraziato nell’insieme, facente parte della gamma di sovrapposti SPZ-M o SPZ-ME. La differenza si esplica nella presenza (ME) dell’estrazione automatica. Una gamma piuttosto completa, che si articola nei vari calibri che spaziano dal 12 al .410, passando per il calibro 20 e, per l’appunto, per il calibro 28.
Incisione gradevole
La bascula in ergal 7075 di tipo aeronautico ha una finitura nichelata (ma l’offerta si sta ampliando grazie alle versioni con bascula black, anodizzata nera), sulla quale compare un’incisione essenziale, crediamo rullata. Il soggetto sul lato destro e sinistro di bascula è un beccaccino in volo su ambiente paludoso. Alcuni ghirigori e volute ornamentali vanno a circoscrivere la scena di caccia, mentre un bordino tipo greca contorna gli estremi della porzione metallica.
L’incisione è gradevole e sufficientemente dettagliata nella scena di caccia, con le proporzioni del selvatico ben definite e corrette, mentre i decori e le volute possono sembrare un po’ ridondanti; ma è solo questione di gusti.
Il petto di bascula è più consueto. Il solito beccaccino è in atteggiamento di pastura in ambiente paludoso, ma è davvero ben realizzato e anche i decori che contornano la fossetta che accoglie la parte metallica della croce all’apertura del basculante e la zona prospicente la guardia sono piacevoli. Il nome del produttore compare proprio qui: Yildiz Silah Sanayi.
Il fucile è equipaggiato con un monogrilletto selettivo (particolare non trascurabile) che si trova all’interno di una guardia ben fatta, incisa nella sua parte ventrale. La pala del grilletto si raggiunge bene con la falange del dito deputato allo sparo e non ha creato problemi di sorta nelle prove di sparo. Ampio lo spazio a disposizione all’interno del ponticello.
Un po’ fuori dagli schemi classici
Va descritta la zona della codetta di bascula che, secondo consuetudine Yildiz, si rivela leggermente fuori dagli schemi classici. Il cursore della sicura è di piccole dimensioni e si aziona grazie a una protuberanza a forma di semisfera che risulta zigrinata. L’inserimento/disinserimento del cursore è piuttosto agevole e per cambiare l’ordine di sparo delle canne bisogna passare dalla sicura. Quando la sicura è inserita compare una piccola “S” di colore verde, mentre quando l’arma è pronta allo sparo compare un piccolo pallino di colore rosso.
L’utilizzo del cursore è quello naturale (spingendolo all’indietro sulla codetta si inserisce la sicura), ma in genere il colore rosso è associato alla sicurezza e il verde al via libera. Soltanto un attimo di riflessione e di pratica con l’arma per non sbagliare nel momento topico.
Non vi sono indicazioni sulla canna selezionata, ma quando il cursore è posizionato leggermente decentrato a destra spara per prima la canna inferiore (prima canna) e quando è leggermente decentrato a sinistra, spara per prima la seconda canna (canna superiore).
Sempre meglio
La chiave di apertura è incisa e l’azionamento è reso piuttosto agevole dalla palmetta zigrinata su entrambi i lati e dalla buona manovrabilità. Il numero di matricola dell’arma viene rivelato quando azioniamo la chiave per aprire il basculante.
Complessivamente di buona qualità il contatto visivo fra le parti metalliche e quelle lignee. Sì, c’è qualche frazione di millimetro che corre, ma il miglioramento rispetto alle prime realizzazioni che arrivavano dalla Turchia è palesemente evidente.
La calciatura
La calciatura è certamente uno dei punti di forza del fucile. Che vuole essere sì economico, ma che può vantarsi di esibire un legno di noce caucasico assolutamente gradevole. E’ stato davvero un piacere verificare che su un fucile entry-level si possa disporre di un sano calcio in noce finito a olio e con belle venature.
Inoltre l’astina, altrettanto gradevole, presenta una forma a becco d’oca idonea e vezzosa su un fucile dalle minute forme quale questo calibro 28, in grado di ingentilire sempre un’arma, specialmente se da caccia. Lo sgancio dell’astina è affidato a un comando ad auget di forma tradizionale e non inciso, ma più bello da vedere che non uno sgancio a pompa.
L’impugnatura è a pistola, scelta condivisibile, anche se avremmo visto bene anche un principe di Galles o un’impugnatura all’inglese; in ogni caso la foggia è piuttosto aperta e l’ingombro è minimo. Lo zigrino è laserato, con forme classiche e grippante il giusto.
Il calciolo è in gomma piena, scelta razionale viste le caratteristiche dell’arma. E sul calciolo, sulla parte che va a contatto con la spalla del cacciatore, è visibile lo stemma aziendale della Yildiz.
Un rimando alla nostra tradizione
L’Yildiz SPZ-M presenta una chiusura che ricalca quella tradizionale gardonese, con un robusto tassello basso che si impegna sui ramponi del monobloc, non passanti il fondo di bascula. Le dimensioni complessive della bascula restano minute e compatte e il fucile, pur senza stravolgimenti tecnici, ha davanti a sé anni di fucilate serene e senza manutenzione che non sia quella ordinaria.
La zona fra i percussori evidenzia la presenza di una piastrina (crediamo in acciaio), allo scopo di irrobustire la zona dell’ergal più soggetta alla corrosione (eventuale) derivante dal processo di sparo (innesco/polvere delle cartucce). Una sicurezza in più, ai fini di una maggior vita operativa dell’arma. Non bella la vite grossolana a croce che trattiene in situ la piastrina in oggetto. La bascula all’interno è rifinita piuttosto bene; si notano alcune tracce di lavorazione, ma possiamo affermare che la finitura è buona.
Il monobloc è semplice, non finito a bastoncino (che rappresenta soltanto una finitura decorativa, non essenziale al funzionamento dell’arma). La zona dove le canne sono innestate si percepisce bene, dato il cordoncino di saldatura.
Estrattori manuali
Gli estrattori sono manuali e, se dovessimo scegliere l’SPZ in calibro 28, lo sceglieremmo esattamente come quello che abbiamo per le mani, ossia nella versione M e non nella versione con gli estrattori automatici (ME).
Il perché è presto detto. Siamo in presenza di un fucile che vanta una certa economia di acquisto e pure di esercizio. Perché allora complicarsi la vita andando a cercare particolari che poco aggiungono alla funzionalità e che rischiano soltanto di rappresentare una potenziale fonte di problemi? Il calibro 28, specialmente in un basculante, è un’arma con la quale divertirsi con il cane da ferma, in determinate forme di caccia dove lo sparo rappresenta l’atto finale e da gustare e centellinare con parsimonia e non è certo un’arma che deve passare alla storia per i mucchi di cartucce sparate.
Le canne
Le canne, realizzate in acciaio 4140, del peso di 1,18 kg e lunghe 26“ (66 centimetri), sono cromate internamente e sono unite soltanto nei pressi del monobloc e della volata. L’assenza di bindellini laterali alleggerisce l’arma e non arreca danno nella maneggevolezza, anzi. Il peso complessivo (di 2,718 kg) è commisurato alla bisogna.
Le magliette porta-cinghia sono già montate, una sulla pala del calcio e una, tramite un’olivetta, sulla canna inferiore.
A proposito di bindella superiore: è ventilata, ma a ponticelli stretti (ne abbiamo contati ben 11 sulle canne corte) e rabescata anti riflesso. Termina con un mirino sferico in ottone, piuttosto classico. Niente vieta, se cacciate prevalentemente in bosco, di sostituirlo after market con un pezzetto in fibra ottica di colore rosso.
Non manca nulla
Gli strozzatori sono presenti in numero di cinque (la classica cinquina in grado di soddisfare tutte le esigenze venatorie), sono lunghi (o forse è meglio dire corti) circa quattro centimetri e la loro chiave per il montaggio/smontaggio è realizzata in metallo. Essenziale, ma pratica; tra l’altro dispone di un piccolo foro nel corpo che riteniamo possa essere un’asola per il passaggio di un cordino, in modo da non perdere il prezioso accessorio nel momento del bisogno.
Per quanto ridotta all’essenziale, la dotazione non manca delle cose necessarie, compreso un foglio in italiano con le istruzioni per smontare e assemblare l’arma e su come utilizzare gli strozzatori; c’è anche il piccolo certificato che accompagna sempre i prodotti della casa turca, con la sigla dell’addetto. Anche questo è un passo verso un processo di controllo della qualità nella filiera produttiva.
La prova pratica
Complice il caro amico, nonché istruttore federale Giulio Matteoni, mi sono fatto lanciare alcuni piattelli (a campo chiuso) posizionandomi a poca distanza dalla fossa da cui partivano. Sì, io so che, talvolta con un ritardo di qualche secondo per tenermi sulle spine, prima o poi il piattello parte e quindi sono pronto. Ma è una tensione similare a quando siete con il cane in ferma a pochi passi da voi e siete certi che la preda, magari la mitica beccaccia, è vicina, vicinissima.
Il sovrapposto Yildiz SPZ-M in calibro 28 ha digerito senza patemi d’animo sia alcune cartucce commerciali, sia alcune cartucce ricaricate dispersanti allestite per l’occasione. Come è andata la prova? Bene e la soddisfazione maggiore è rappresentata dal vedere quel sorrisetto ironico sparire dalla faccia degli astanti che sino a un minuto prima ti guardavano con sufficienza, dall’alto dei loro poderosi fucili da tiro.
Occhio al prezzo
Il prezzo dell’Yildiz SPZ-M è pari a 650 euro. Che cosa aggiungere a questo dato? D’accordo, abbiamo notato una certa ruvidezza della bindella, nella zona delle conchiglie, e qualche punto di saldatura abbondante, alcuni particolari sono migliorabili o sostituibili, alcuni dettagli ancora lontani dai nostri gusti eppure stiamo parlando di un fucile nell’intrigante calibro 28 che spara bene, con cui ci si diverte, con finiture e anche con un vestito decorosi, offerto a un prezzo al quale difficilmente si può dire di no.
I fucili Yildiz sono importati e distribuiti in Italia da Paganini di Torino.
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Yildiz SPZ-M in breve
Calibro: | 28 | |
Camera di cartuccia: | 70 mm (2 e ¾”) | |
Tipologia d’arma: | sovrapposto da caccia | |
Sistema di chiusura: | a tassello basso su ramponi non passanti il fondo di bascula | |
Bascula: | in lega leggera (ergal 7075) con finitura nichelata e incisioni con volute ornamentali e scene di caccia | |
Canne: | acciaio 4140 | |
Lunghezza canne: | 66 cm (26”) | |
Grilletto: | monogrilletto selettivo | |
Strozzatori: | interni, da 4 cm di lunghezza, cinque in dotazione; cylinder, improved cylinder, modified, improved full e full | |
Bindella: | da 7 mm, rabescata antiriflesso e ventilata a ponticelli stretti | |
Mirino: | sferico in ottone | |
Sicura: | a cursore sulla codetta con comando per l’inversione dei cani | |
Calciatura: | legno di noce turco di piacevole gradazione. Calciolo in gomma piena. Astina a becco d’anatra con sgancio ad auget | |
Peso (appross.): | 2,718 kg circa | |
Prezzo: | 650 euro |